Dieci anni dopo il delitto dei fidanzati uccisi a Pordenone, una mostra ricorda Teresa e Trifone

I giovani assassinati fuori dalla palestra di pesistica erano uniti dalla passione per la pittura. La mamma della ragazza: «Cosi è come farli rivivere»

Ilaria Purassanta
La locandina della mostra dedicata a Teresa e Trifone
La locandina della mostra dedicata a Teresa e Trifone

«Il 19 febbraio Teresa – ricorda la mamma Carmelina Parello – avrebbe compiuto quarant’anni». Da dieci non c’è più. È stata uccisa insieme con il suo fidanzato Trifone Ragone il 17 marzo 2015, all’uscita della palestra di pesistica, nel parcheggio di via Interna. Al museo d’arte e scienza di Milano una mostra, fortemente voluta dalla famiglia di Teresa Costanza, ricorda i due ragazzi, strappati nel fiore della giovinezza alle loro famiglie e ai loro sogni. «Nella bellezza dell’Arte: l’eternità. In memoria di Teresa e Trifone, per non dimenticare», a cura di Francesca Callipari, storica e critica d’arte, dal 22 al 28 febbraio, «celebra le loro figure, il loro amore e la passione comune per la pittura».

«Teresa, anche grazie alla madre pittrice, sin da bambina – rivela Callipari in una nota – era attratta dai colori e dai collages, mentre Trifone, diplomato all’Istituto d’arte, aveva realizzato un ritratto dei fratelli De Carli, a cui è intitolata la caserma di Cordenons» tuttora esposto nel distretto militare.

Da dieci anni Carmelina convive con il dolore più grande. Verrà in città per ricordare la figlia perduta. «A Teresa – dice – piaceva dedicare un po’ del suo tempo alla pittura, ho conservato i suoi disegni, mi seguiva alle mostre. Credo che le sarebbe piaciuto. È un po’ come farli rivivere». C’è l’idea di portare la mostra anche a Pordenone? «Mi piacerebbe...».

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L’evento è patrocinato dai comuni di Milano e Zelo Buon Persico e da Kouros eventi culturali. In mostra le opere dei due ragazzi, come l’omaggio di Teresa alla Donna allo specchio di Fernando Carcupino e a un dipinto incompiuto di Trifone, i lavori di Carmelina, un dipinto della madre di Trifone, Eleonora Ferrante e le opere della pittrice austriaca Waltraud Maria Theresia Riedmann in Zaghet, di recente scomparsa. La curatrice ha selezionato 10 artisti che testimonieranno con le opere la vicinanza al dolore delle famiglie e la ferma condanna del crimine. «Una vera e propria rete d’amore, un grande abbraccio artistico» spiega Callipari: la mostra si fa strumento «per sensibilizzare l’opinione pubblica e gridare forte un messaggio contro ogni forma di violenza e prevaricazione».

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«Dopo la costante attenzione riservata dai media e il lavoro svolto da parte dei carabinieri e di tutti i professionisti che si sono occupati del caso che ha portato all’arresto e alla condanna definitiva in tre gradi di giudizio di chi si è macchiato di questo atroce crimine – ha scritto la curatrice – è giusto fermarsi a riflettere sulla loro storia, provare a comprendere l’immane tragedia (...). La mostra è un omaggio ai sogni e alle vite spezzate di questi ragazzi, un invito a ricordare e a lottare contro ogni forma di violenza, affinché il ricordo di Teresa e Trifone sia faro di speranza e cambiamento. Credo che la loro storia possa essere di ispirazione per quanti lottano contro l’ingiustizia, rappresentando allo stesso tempo un grandissimo esempio di amore... Un amore che nessuno potrà cancellare, nemmeno la morte».

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