Troppi curiosi sul luogo della tragedia, la morbosità delle persone fa chiudere ponte e spiaggia

La decisione della polizia locale con il supporto della Protezione civile

Lucia Aviani e Alessandro Cesare
I volontari presidiano l’accesso al Natisone
I volontari presidiano l’accesso al Natisone

A un certo punto della mattinata la polizia locale è stata costretta a impedire l’accesso del ponte Romano ai pedoni. E poco dopo lo stesso è stato fatto con il sentiero che conduce a “Premariacco beach”, grazie al presidio del gruppo della Protezione civile di Campoformido.

Il via vai di persone stava diventando eccessivo, a tal punto che le auto faticavano a passare. Chi per buttare solo uno sguardo al luogo in cui qualche giorno prima Patrizia, Bianca e Cristian sono stati inghiottiti dal Natisone, chi per scattare una foto, la situazione stava diventando ingestibile. Ecco perché si è preferito impedire l’accesso, nell’attesa di regolamentare le nuove modalità di raggiungere la spiaggetta a cui il Comune sta pensando. Un modo anche per evitare che i curiosi si imbattessero nei famigliari dei ragazzi, che anche hanno voluto tornare nei pressi del ponte romano.

Al di là di questi episodi morbosi, la comunità di Premariacco si è subito messa a disposizione dei soccorritori, per assisterli durante le ricerche e per dargli tutto il supporto sotto il profilo logistico. In un lavoro sinergico il Comune e il Gruppo alpini del paese (che conta 80 iscritti, tra penne nere e simpatizzanti) hanno allestito un punto di ristoro per le forze del soccorso, venerdì al campo sportivo di Paderno e ieri a Premariacco, in Giardin Grande.

«Ci siamo organizzati per servire una pastasciutta e l’assistenza necessaria – spiega il capogruppo Stefano Vogrig –: c’era l’esigenza di erogare un servizio di appoggio e il Comune ha chiesto la nostra disponibilità, che subito abbiamo dato. Nella prima giornata si sono uniti i gruppi di Premariacco, Orsaria e Ipplis; nella seconda, avendo predisposto la cucina da campo a Premariacco, abbiamo proseguito noi».

Otto, ieri, le persone al lavoro, dall’ora di pranzo in avanti, perché i volontari arrivavano ovviamente a scaglioni, a seconda delle fasi delle operazioni di ricerca; una sessantina i pasti erogati sabato, oltre un centinaio all’indomani.

«È bastata una telefonata – racconta il sindaco Michele De Sabata – e la catena della solidarietà si è innescata all’istante: tantissime persone si sono rese disponibili, contattandoci per sapere se potessero dare un contributo. Ci sono arrivate offerte perfino da Cividale. Sono davvero grato ai concittadini per la loro vicinanza e sensibilità».

L’osteria Al Ponte ha messo a disposizione i servizi igienici e le panche, la Cooperativa di Consumo di Premariacco si è unita alle penne nere e all’ente locale nella fornitura di cibo e bevande.

Un servizio molto apprezzato da soccorritori e volontari, che hanno avuto modo di rifocillarsi e in qualche modo di distrarsi per qualche minuto prendendosi una pausa dalle ricerche.

Vigili del fuoco, agenti della polizia locale, volontari di Protezione civile, forze dell’ordine: tutti insieme per ricaricare le pile prima di tornare sull’asse del Natisone per proseguire con le ricerche.

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