Troppi referti medici dimenticati: per i distratti c’è la stangata

UDINE. Si sottopone a un esame su richiesta di un medico dopo aver pagato il ticket, ma si dimentica di ritirare il referto e, sei mesi dopo, gli fanno pagare una multa di 291,70 euro.
Risonanza magnetica piuttosto cara quella cui si è sottoposto nel maggio scorso un paziente cui erano stati prescritti alcuni accertamenti sanitari da uno specialista dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine per verificare l’origine di alcune macchie al fegato che erano emerse attraverso un’ecografia. E non è l’unico caso, visto che, con l’applicazione delle norme introdotte dalla giunta regionale con delibera 2034 dell’ottobre 2015, sono in arrivo vere e proprie mazzate per chi dimentica di ritirare i referti o di sottoporsi all’esame prenotato.

C’è rabbia e preoccupazione nella voce di chi ha pagato caramente una disattenzione. «Mi sono sottoposto all’esame solo dopo aver pagato il ticket – dichiara il paziente – mi era stato prescritto come approfondimento. Quando mi sono presentato alla visita di controllo nell’ambulatorio ospedaliero, lo specialista mi ha comunicato l’esito della risonanza medica leggendola a video.
Lo so – confessa il paziente – avrei comunque dovuto ritirare l’esito, ma una volta appreso quanto necessario dallo specialista, me ne sono dimenticato.
Avrei capito un sollecito, un avviso, ma quando la lettera dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine mi è arrivata, a distanza di sei mesi, mi è stata comunicata direttamente la messa in mora. Mi chiedo se sia giusto – si interroga il paziente – riservare questo trattamento ai tanti anziani che possono dimenticare scadenze e norme vincolanti.
Non ho problemi economici – aggiunge – e se da un lato non mi ha fatto piacere pagare quella cifra, comunque ho avuto la possibilità di sobbarcarmela, ma quando si tratta di un pensionato con un reddito minimo è giusto che gli venga chiesto di pagare l’intero costo della prestazione per una dimenticanza?» si interroga. Dall’Azienda sanitaria universitaria integrata, d’altro canto, fanno sapere che tale norma è stata inserita all’interno di una delibera della giunta regionale del 16 ottobre scorso.
Al titolo 10 si precisa che: «Il cittadino è tenuto a pagare il ticket eventualmente dovuto prima dell’effettuazione della prestazione. Nel caso l’utente non si presenti all’appuntamento senza averlo disdetto almeno tre giorni prima della data prevista per l’esecuzione della prestazione, anche se esente ticket a qualsiasi titolo (reddito, invalidità, patologia), è tenuto a pagare l’intero importo della prestazione come da Nomenclatore tariffario regionale per la specialistica ambulatoriale.
Lo stesso vale nel caso in cui l’utente, una volta erogata la prestazione, non ritiri il referto entro i 30 giorni successivi».
Le norme regionali, in realtà, sono state emanate per porre rimedio a una situazione che ormai era difficile da gestire: ogni anno l’Azienda si ritrovava alle prese con circa quattro mila referti giacenti e ogni mese il personale era costretto a effettuare dalle 300 alle 400 telefonate di sollecito per richiamare i pazienti distratti.
«Sulla documentazione in possesso dei pazienti, che è bene leggere attentamente – precisa il direttore generale Mauro Delendi – è riportato chiaramente che il mancato ritiro del referto fa partire una sanzione». Un pagamento che anche in passato veniva richiesto se a distanza di tre mesi, nonostante i solleciti il paziente non provveda a ritirare la documentazione. Ora le scadenze sono state abbreviate e dopo soli 30 giorni scatta la messa in mora. Troppo poco tempo per predisporre l’invio di un sollecito. A questo punto, meglio fare un nodo al fazzoletto per evitare di ritrovarsi conti da centinaia di euro da pagare.
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