Trovata morta nel Natisone, è giallo

San Giovanni, la donna di mezza età non aveva documenti. Il corpo notato da due giovani durante una passeggiata lungo il fiume: la morte potrebbe risalire a qualche giorno fa

SAN GIOVANNI AL NATISONE. È tinto di giallo il ritrovamento, in mezzo al greto del fiume Natisone, del corpo senza vita di una donna la cui età apparentemente si aggira sulla cinquantina. A scoprirlo due ragazzi di San Giovanni che, approfittando della bella giornata, stavano facendo una passeggiata lungo il corso d’acqua nei pressi del ponte sulla ferrovia. Un momento di forte apprensione per i due giovani che, visto il corpo esanime, hanno subito allertato il 112, il numero del Pronto intervento dei Carabinieri.

Il corpo della donna, che era priva di documenti, stava riverso sulla ghiaia e a quanto pare, considerato il luogo e le condizioni del cadavere, il decesso potrebbe risalire a qualche giorno fa, come appurato dalle prime ispezioni sui resti. E’ probabile si sia trattato di un annegamento avvenuto a monte verso Manzano e il corpo potrebbe essere stato trascinato sino alle vicinanze del ponte dalla corrente del fiume le cui acque nei giorni scorsi si erano ingrossate per le forti piogge.

Per recuperare i resti della povera donna, si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco, giunti sul posto con due squadre, e per riportare il corpo sul piano di campagna si è trattato di un’operazione faticosa in quanto per raggiungere il luogo del rinvenimento si doveva percorrere una folta vegetazione e un tratto molto scosceso e accidentato.

L’assenza di documenti e di altri effetti personali che potessero fare risalire all’identità della sventurata non ha permesso ai Carabinieri della stazione di San Giovanni al Natisone, che tra l’altro hanno provveduto a rilevarne le impronte digitali, stabilire chi fosse la donna anche perché in questi giorni non sono state segnalate scomparse di persone.

Anche i rilievi effettuati dagli uomini dell’Arma sul posto e nelle vicinanze del rinvenimento del cadavere non hanno permesso di trovare qualche oggetto personale o altro per dare un nome alla donna o per giustificarne la morte.

A constatare il decesso della donna, in attesa del sopralluogo del medico legale, è stata chiamata la dottoressa Patrizia Mirmina che ha effettuato una prima ispezione cadaverica. Il corpo è stato, quindi, composto nella cella mortuaria del capoluogo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ironia della sorte, proprio in quella zona qualche anno fa si è verificato il decesso per annegamento di un’altra cinquantenne.

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