Trovati proiettili e un camoscio scuoiato

Claut, indagano i carabinieri, attirati da un bagliore proveniente dal greto del torrente Settimana. Sospetti di bracconaggio

CLAUT. Tra i sassi del greto della Val Settimana il sole riflette bagliori negli occhi dei carabinieri. Scendono a vedere di cosa si tratti e trovano 150 proiettili da caccia e la carcassa di un camoscio. Indagini a tutto campo, in Valcellina, dove si sospettano nuovi episodi di caccia di frodo. Lunedì sui cieli di Claut imperava un sole splendente. I carabinieri della stazione di Cimolais, al comando del maresciallo Luigi Ricciardi, stavano eseguendo un servizio di prevenzione e controllo del territorio.

Transitando sul ponte di accesso a Claut, erano rimasti colpiti dal bagliore che proveniva dal greto del torrente Settimana sottostante. I militari avevano così deciso di compiere un sopralluogo, per scoprire quale fosse il motivo di quel singolare bagliore, che nei giorni precedenti mai avevano visto.

Una volta raggiunto il creto, i carabinieri hanno trovato 150 proiettili da caccia, contenuti in due sacchi semiaperti, forse abbandonati velocemente per non essere sorpresi con le mani... nel sacco. Pochi metri più in là, la carcassa di un camoscio, scuoiato da poco. Macellato sul posto. I carabinieri hanno sequestrato armi e carcassa. I proiettili erano di tre calibri diversi, tutti per armi da caccia. Caccia di frodo e conseguente “macellazione” sul posto è il sospetto degli inquirenti.

Un’operazione avvenuta non troppo tempo prima, visto che, nonostante il caldo, non c’era stata ancora la reazione biologica di decomposizione di quanto rimasto del povero animale. E’ altresì probabile, che chi ha compiuto caccia di frodo se ne sia dovuto andare velocemente, per non essere scoperto e quindi abbia abbandonato sul posto sia i proiettili (forse detenuti illegalmente), in buono stato di conservazione, sia quanto rimasto del camoscio. Le indagini dei carabinieri proseguono.

Anche alla luce di recenti episodi sia di bracconaggio sia di occultamento di armi sul torrente della Valcellina. Solo pochi giorni fa il corpo forestale aveva denunciato per tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale un piccolo imprenditore della Valcellina, sospettato di avere tentato di investire due agenti della polizia provinciale e del corpo forestale, per sfuggire a un posto di controllo notturno in Val Settimana, a fine maggio.

Il padre era invece stato denunciato dai carabinieri della stazione di Cimolais per illecita detenzione di parte di arma e detenzione di fauna selvatica priva di certificazione. Carcasse di animali erano state rinvenute, all’inizio dell’anno, all’interno del Parco delle Dolomiti friulane, a Casso. Ma nei mesi precedenti i militari dell’Arma avevano scoperto diversi nascondigli di armi in Valcellina, molti dei quali, risalenti, probabilmente, ad anni passati. (e.l.)

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