Trovato morto in via Rastello
Una sofferenza a lungo tenuta dentro, che alla fine ha avuto la meglio, portandosi via una giovane vita. C’è probabilmente l’ombra della depressione, dietro al gesto disperato di Michelangelo Izzo, il 39enne goriziano che nella notte tra giovedì e venerdì si è tolto la vita nella sua abitazione al civico 10 di via Rastello.
L’allarme è scattato all’1.30 di ieri, quando la compagna di Izzo, rientrata a casa, si è trovata di fronte il corpo dell’uomo ormai privo di vita, chiamando subito i carabinieri. Sul posto sono arrivati gli uomini dell’Arma, che non hanno potuto far altro che constatare l’estremo gesto di Izzo. Ieri mattina in poche ore la notizia si è sparsa in città, dove Izzo era conosciuto, soprattutto per aver calcato per anni i campi di gioco del calcio dilettanti.
Era un difensore arcigno, di quelli che non mollano mai per tutti i novanta minuti, e aveva appeso le scarpette al chiodo quattro anni fa, dopo aver vestito tra le altre le maglie di Sovodnje, Audax e Azzurra. Qui aveva incontrato Cristian Surace, compagno di squadra che in seguito sarebbe diventato anche il suo tecnico. «Insieme abbiamo trascorso sette anni prima all’Azzurra come compagni e poi all’Audax, dove mi aveva seguito una volta che ne ero diventato l’allenatore - racconta Surace -. Credo di essere stato la persona con cui Michelangelo ha giocato assieme per più tempo e quindi posso dire di conoscerlo molto bene: era un amico, e purtroppo ultimamente stava attraversando un periodo difficile. Aveva perso la mamma un paio di anni fa e per lui era stato un duro colpo».
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