Truffa del badge medico assolto: «il fatto non sussiste»

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Massimo Moccia, 46 anni, medico del reparto di ortopedia a San Vito al Tagliamento, assistito di fiducia dall’avvocato Francesco Gasparinetti è statto assolto dall’accusa di...
SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Massimo Moccia, 46 anni, medico del reparto di ortopedia a San Vito al Tagliamento, assistito di fiducia dall’avvocato Francesco Gasparinetti è statto assolto dall’accusa di truffa. «Il fatto non sussiste» per il giudice monocratico Iuri De Biasi. Il professionista è stato coinvolto nell’inchiesta sulle cosiddette truffe del cartellino.


La Procura riteneva che Moccia avesse omesso in 97 occasioni di timbrare il badge magnetico personale prima di iniziale le prestazioni rese in regime di libera professione all’interno della struttura ospedaliera, guadagnando in tal modo 1.460,56 euro.


L’avvocato Gasparinetti ha in realtà dimostrato che l’omessa timbratura non modifica in alcun modo sulla retribuzionedel dipendente ospedaliero. Il legale di fiducia del medico ha convocato a deporre anche un rappresentante dell’Azienda per l’assistenza sanitaria che ha spiegato come le timbrature avessero semplicemente una valenza di verifica interna e non comportassero alcun riflesso sul trattamento economico. Le eventuali anomalie del sistema erano a conoscenza dell’Azienda per l’assistenza sanitaria.


Mancavano, dunque, sia l’elemento del dolo da parte dell’imputato che l’asserito vantaggio (insussistente) perché si potesse configurare l’ipotesi di reato contestata. Per queste ragioni il professionista è stato assolto con formula piena.


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