Truffa del finto incidente a un’anziana, spariti 13 mila euro
La donna contattata da un sedicente carabiniere al telefono consegna soldi e monili al complice. Indagini affidate all’Arma. E’ accaduto a Zoppola

Lei, pronta a spogliarsi di ogni suo gioiello per aiutare il figlio in difficoltà. Loro, che sanno come far leva sulle emozioni di una madre anziana raccontandole – falsamente – di essere dell’Arma.
E poi ci sono i carabinieri, quelli veri, che all’indomani della denuncia sono già al lavoro per dare un volto e un nome ai truffatori che mercoledì pomeriggio hanno sottratto a un’ultraottantenne di Zoppola 13 mila euro, tra gioielli e contanti.
Lo schema è simile a tante altre truffe tentate o messe a segno ai danni di anziani pordenonesi.
Un’anziana, classe 1939, riceve una telefonata. Un uomo, che si presenta come un carabiniere, le annuncia che il figlio è rimasto coinvolto in un incidente. Per aiutarlo – o, se è stato arrestato, per liberarlo: la fantasia dei truffatori non ha limiti – servono soldi.
Quanti? Tutti quelli che ha. Come consegnarli? Semplice, un uomo di fiducia passerà a breve a casa sua. È quello che succede mercoledì pomeriggio: intorno alle 14.30 un uomo si presenta a casa dell’anziana, che gli consegna 700 euro in contanti e tutti i monili che ha.
Un conto che, a posteriori, fa salire il danno complessivo a circa 13 mila euro. Ad accorgersi qualcosa ha turbato l’anziana madre è uno dei figli, che nulla sapeva di incidenti occorsi a familiari. Anche il resto del copione è, purtroppo, piuttosto ricorrente. La denuncia ai carabinieri, l’ammontare dei danni, la sensazione – umiliante – di essere stati raggirati.
Di umiliante, però, in questa storia c’è solo l’arroganza di chi usa i sentimenti di una madre per un guadagno disonesto. Le indagini sono state affidate ai carabinieri di Fiume Veneto, che stanno raccogliendo gli elementi necessari per dare un volto ai truffatori: non più tardi di quest’autunno proprio i carabinieri del Nucleo investigativo di Pordenone hanno denunciato due persone per simili reati.
La prevenzione, però, è l’arma più efficace. Quando si riceve una telefonata di questo tenore – che sia di un sedicente avvocato o maresciallo – la prima cosa da fare è stare all’erta.
Se arriva la richiesta di denaro, come puntualmente succede, è lecito sospettare che si tratti di un raggiro. Analogo sospetto può sorgere se tecnici del gas o del servizio idrico si presentano a casa parlando di presunte perdite e della necessità di mettere in salvo i preziosi.
Una telefonata alle forze dell’ordine o ai familiari, in caso di dubbio, può aiutare a sventare la truffa.
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