Truffa sulla prof malata Primo stop al processo
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TOLMEZZO. Prima udienza preliminare e subito uno stop che potrebbe aprire gli scenari più vari, persino quello dell’incompetenza territoriale, con l’emigrazione del processo. Ma c’è pure il giudizio su una presunta genericità di alcuni passaggi del capo d’imputazione.
Così, ieri, all’udienza davanti al Gup del tribunale carnico Massarelli per l’inchiesta che prefigura una truffa e diversi ipotesi di abuso d’ufficio per il caso dell’insegnante di musica in stato vegetativo. Secondo l’accusa, mentre la donna era ricoverata al Gervasutta di Udine, il marito si dava da fare andando nelle scuole della provincia a sottoscriverle i contratti di lavoro per la cattedra di musica.
Su istanza delle difese, il Gup se n’è uscito con un’ordinanza interlocutoria che dà un termine alla procura e alle difese per “chiarirsi le idee” su diversi aspetti del procedimento. E quindi di fatto rinviando l’udienza a una nuova data.
È l’inchiesta che vede indagati Andrea Agostinis, tolmezzino residente a Udine, e altre sette persone tra medici e presidi: i dirigenti scolastici Marina Bosari di Pasian di Prato, Fabio Pellizzari di Tolmezzo e Maria Beatrice Polli di Terzo di Tolmezzo; i medici Luciano Ciccone di Cividale, Giorgio Blasich di Tavagnacco e Adalgisa Cadonati di Tolmezzo. L’ucraina Svitlana Soyko, residente a Pasian di Prato, risultava convivente di Agostini all’epoca dei fatti contestati, che abbracciano un arco temporale compreso fra il 2006 e il 2012: cinque anni scolastici.
Il Gup ha invitato il Pm a precisare la propria posizione sia sulla questione della competenza territoriale sia sulla completezza della sua richiesta di rinvio a giudizio per i capi d’imputazione che riguardano l’abuso d’ufficio. Si chiede siano indicate nominativamente le norme o i regolamenti che si assumono violati.
«Nella memoria che il giudice mi dice di sottoporre alle difese perché controdeducano – afferma il procuratore Buonocore, titolare del fascicolo – scriverò anche che questo meccanismo rischia di trasformare il caso in un processo pseudo-civile dove un giudice decide sulla base di memorie, facendo venir meno l’essenza dell’oralità del processo stesso».
Agli atti dell’inchiesta figurano anche i certificati medici che attestavano l’idoneità fisica all’insegnamento della donna di volta in volta rilasciati dai medici dell’Ass 4 Medio Friuli. Il meccanismo della truffa ipotizzata consisteva nel presentare poi, a ogni inizio d’anno scolastico, le richieste di malattia. Per un calcolo globale di oltre 65 mila euro di stipendi percepiti.(g.s.)
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