Truffa sulle ceneri del cane morto

di Luana de Francisco
A furia di vivere in casa al loro fianco, aveva finito per essere considerato uno della famiglia. Pur sempre un quattrozampe, ma così presente e benvoluto, da decidere, alla sua morte, di cremarlo e conservare per ricordo le sue ceneri. Niente di strano, per chi possiede e ama un animale domestico. E infatti, l’aspetto aberrante della vicenda arriva dopo. Quando la coppia udinese proprietaria del cane ormai passato a miglior vita comincia a sospettare che la polvere infilata nell’urna non sia quella del loro “caro Fido estinto”. Un dubbio tanto inquietante, quanto la scoperta che ne seguirà: non dei resti del loro animale si trattava, bensì delle ceneri di legna prese da un caminetto.
La storia, rimbalzata già su Facebook, è finita al centro di un’inchiesta della Procura della Repubblica. Due, per il momento le persone indagate per l’ipotesi di reato di truffa: il titolare della società alla quale la coppia si era rivolta per la cremazione e un suo collaboratore. Le verifiche, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo, comunque, sono in pieno svolgimento e puntano ad appurare, in particolare, se, prima e dopo il caso denunciato, se ne siano verificati degli altri simili. Mercoledì mattina, intanto, una perquisizione eseguita in collaborazione con i colleghi del Nas al “Giardino dei ricordi” di Cassacco, dove i proprietari avevano consegnato il cane, dopo il decesso, ha permesso di raccogliere documentazione utile a far luce sull’episodio. Tra le carte sequestrate, le bolle di accompagnamento attestanti il trasporto da Cassacco alla “Salgaim Ecologic spa” di Morsano al Tagliamento - azienda specializzata nel recupero degli scarti della macellazione e nella loro trasformazione in materia prima per saponerie e industrie produttrici di mangimi - di una carcassa di cane che, per taglia e peso, è risultata compatibile con quello destinato alla cremazione.
Da qui, le prime conclusioni degli inquirenti: l’animale sarebbe stato trasferito in una ditta che nulla sa di cremazioni. Conclusione che farebbe il paio con quanto nel frattempo appreso dalla coppia. Decisa a scoprire che fine avesse fatto il corpo dell’animale, aveva incalzato di domande la “Giardino dei ricordi”, ottenendo alla fine una prima ammissione: quella consegnata loro - e pagata 500 euro - sarebbe stata cenere di legna. Ma la colpa - secondo la ricostruzione fornita agli stessi proprietari - sarebbe stata di un loro collaboratore. L’inchiesta, comunque, è appena cominciata: il prossimo passo sarà la verifica della documentazione relativa a tutte le cremazioni individuali effettuate dalla società nel corso del 2011.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto