Truffe in serie, subito liberato
PORDENONE. Vincenzo Pipino, il truffatore seriale indagato a Venezia con rivoli d’inchiesta che portarono anche a una perquisizione con un fascicolo d’indagine aperto a Pordenone, è stato scarcerato.
Il giudice Barbara Lancieri non ha convalidato il fermo del pregiudicato della Giudecca compiuto dalla polizia, sostenendo che non c’era alcun pericolo di fuga. Sono state accolte le richieste del pm Bressan, che aveva insistito per ottenere un’ordinanza di custodia cautelare per le accuse di clonazione delle carte di credito, ma Pipino non resterà in carcere: il magistrato ha, infatti, firmato un provvedimento che costringe l’indagato a non allontanarsi da Venezia e a firmare il registro ogni giorno.
Nel pomeriggio di venerdì, tra l’altro, Pipino era stato dimesso dall’ospedale, dove era stato ricoverato in seguito alla frattura riportata nella caduta dalla branda della sua cella, posta ad almeno due metri d’altezza, al terzo livello, a causa del sovraffollamento di Santa Maria Maggiore.
«Non esistono i presupposti per il fermo», si legge nell’ordinanza del magistrato, «mancando in radice un piano di fuga, che non è desumibile da alcun fatto concreto». Il timore degli inquirenti veneziani è che Pipino fuggisse e si nascondesse, magari in Slovenia che in passato avrebbe frequentato, perché tre giorni fa la Corte di Cassazione avrebbe dovuto confermare una condanna ad alcuni anni di carcere, rendendola definitiva.
A far temere una fuga erano state le affermazioni di Pipino, che ai carabinieri della Giudecca, dove già si recava a firmare il registro per una precedente inchiesta della Procura di Gorizia per la clonazione di carte di credito, aveva raccontato che stava partendo per Roma, dopo aver ottenuto il permesso del magistrato goriziano, per girare le scene di un film sulla sua vita in lavorazione da Sky.
Più che a Roma, gli inquirenti sospettavano che potesse andarsene dall’Italia. Nell’interrogatorio al giudice Pipino ha negato questa circostanza, aggiungendo: «Dovete smetterla di scrivere che clonando carte di credito derubiamo i turisti, a perdere i soldi sono le banche e le loro assicurazioni, visto che quando accade il cliente viene rimborsato dalla banca».
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