Tsunami verde sulla regione: ecco cos'è successo in Friuli
UDINE. Terzo miglior risultato d’Italia dopo Veneto e Lombardia con la pazzesca quota del 42,6%, un aumento dei consensi rispetto alle Politiche dello scorso anno di quasi 70 mila voti con un affluenza in calo di oltre 18 punti percentuali e pure lo storico risultato, al netto di sorprese e ricalcoli, di mandare a Bruxelles due europarlamentari friulani dello stesso partito – Elena Lizzi e Marco Dreosto –, traguardo mai raggiunto in precedenza da nessun movimento.
L’onda leghista, in altre parole, si abbatte con forza inaudita sul Friuli Venezia Giulia, sempre più nelle mani di Massimiliano Fedriga autentico dominus della regione e luogotenente vincente di Matteo Salvini nell’estremo Nordest d’Italia, e spazza via tutto. Travolge il Pd che pur regge aritmeticamente, con un dato finale sostanzialmente identico a quello del 4 marzo ma chiude comunque a 20 punti di distacco dalla Lega (con la rilevante eccezione di Udine città dove i dem ottengono un ottimo 30,5%), e pure il M5s, crollato al 9,6% lasciando sul campo oltre 110 mila voti in 14 mesi. Incolmabile, quindi, è ormai il divario all’interno della coalizione che governa la regione.
Forza Italia, nel dettaglio, scende al 6,7% – e quello friulano è pure il dato più alto del collegio elettorale per i berlusconiani – e viene superata da Fratelli d’Italia che per la prima volta a queste latitudini chiude davanti agli azzurri di quasi un punto e 5 mila voti.
Rispetto alla tornata di cinque anni fa, inoltre, il Friuli Venezia Giulia guadagna un europarlamentare. I due leghisti Lizzi e – appena Salvini rinuncerà al seggio a Bruxelles per restare al Viminale – Dreosto oltre al grillino Marco Zullo che bissa il successo del 2014 chiudendo addirittura davanti alla capolista, scelta direttamente da Luigi Di Maio, Sabrina Pignedoli. Niente da fare, invece, per Isabella De Monte e Furio Honsell nel Pd, così come per Sandra Savino nelle fila di Forza Italia e per la coppia Luca Ciriani-Giulia Manzan con Fratelli d’Italia.
Più complesso, andando oltre, il discorso legato alle Comunali dove, complessivamente, la barra pende senza dubbio a favore del centrodestra che viene, però, in diverse occasioni penalizzato sia dal presentarsi diviso (specialmente per scelta di Progetto Fvg) sia dalla tenuta complessiva dei dem la cui linea Maginot non è stata del tutto aggirata dai conservatori.
Il colpo grosso, comunque, è quello di Porcia dove il centrodestra stravince al primo turno nell’unico Comune in cui era possibile andare al ballottaggio con Marco Santini che supera agevolmente l’uscente targato Pd Giuseppe Gaiarin. Tutto facile, quindi, anche a Roveredo in Piano per Paolo Nadal, ma è anche in provincia di Udine che l’alleanza di centrodestra coglie risultati dal peso specifico elevato.
I conservatori, infatti, si portano a casa una buona fetta di cintola udinese: da Tavagnacco dove Moreno Lirutti scalza dopo 15 anni il centrosinistra dalla guida della cittadina, a Campoformido paese in cui Erika Furlani archivia con nonchalance l’uscente Monica Bertolini, a Pozzuolo che avrà come sindaco Denis Lodolo – e non il numero due uscente Massimiliano Pozzo –, a Pasian di Prato dove si riconferma Andrea Pozzo e pure a Pavia di Udine, Comune nel quale trionfa con irrisoria facilità Beppino Govetto al pari di Emiliano Canciani a Reana del Rojale. Va poi a Forza Italia (pur senza simbolo) il derby interno con la Lega a Manzano dove vince Piero Furlani e a Gonars in cui Ivan Boemo supera il leghista Giacomo Filippo.
Brucia, e non poco, invece la sconfitta di San Giovanni al Natisone perché il Carroccio qui schierava il segretario provinciale Zorro Grattoni che esce con le ossa rotte dal confronto con Carlo Pali. Passando al Pd, inoltre, le note liete arrivano innanzitutto da Tolmezzo e Gradisca.
In terra carnica si riconferma Francesco Brollo che batte – anche grazie alla rottura del centrodestra – Laura D’Orlando, mentre nella cittadina isontina l’uscente Linda Tomasinsig non ha particolari patemi a imporsi su Renzo Gerometta. Dalle parti di Udine, quindi, il Pd tiene Pradamano – vince Enrico Mossenta al fotofinish –, trionfa a Buttrio dove il cambio in corsa con il trasferimento a destra non ha portato bene a Giorgio Sincerotto e a Fagagna realtà nella quale anche nei prossimi cinque governerà Daniele Chiarvesio e non l’avvocato leghista Giuseppe Monaco.
Sempre in casa del centrosinistra, poi, si brinda per Massimo Mentil a Paluzza, Erica Gonano a Prato Carnico e Ivo Angelin a Budoia, senza dimenticare Staranzano che resta un feudo progressista grazie alla riconferma di Riccardo Marchesan.
Pescando tra le varie curiosità, infine, non si può non evidenziare la sconfitta dell’ex vicepresidente della Regione Paolo Ciani in quel di Villa Santina contro Domenico Giatti, il bis di Manuel Piller Hoffer a Sappada – per la prima volta al voto in Friuli Venezia Giulia –, il blitz targato Progetto Fvg a Povoletto, dove ha vinto Giuliano Castenetto, e il successo di Marco Lenna che dopo i due mandati di Forni di Sotto vestirà i panni di sindaco di Forni di Sopra.
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