Tumore al seno Il reparto di Gorizia è al top in regione

Nuovi strumenti per individuare la metastasi dei linfonodi Il macchinario donato al reparto dalla Fondazione Carigo
Di Vincenzo Compagnone
Bumbaca Gorizia 16_12_2015 Conferenza servizi sanità Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 16_12_2015 Conferenza servizi sanità Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Grazie a una nuova strumentazione donata dalla Fondazione Carigo all’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, e che permette di individuare, durante l’intervento chirurgico per tumore al seno, la presenza di metastasi nel linfonodo-sentinella, il servizio di Senologia dell’ospedale di Gorizia si pone all’avanguardia assoluta su scala regionale, pari soltanto al Cro di Aviano e a Udine, sia sotto il profilo tecnologico che sul piano diagnostico». Lo ha affermato ieri nella sala convegni della Fondazione, in via Carducci, il direttore generale dell’Aas 2, Giovanni Pilati, durante l’incontro organizzato per la presentazione della nuova apparecchiatura. Qualcosa di più, dunque, di una semplice “consegna” di un macchinario come avvenuto in altre occasioni: un mini-convegno molto affollato (presenti in sala medici, amministratori ed esponenti di associazioni, come l’Andos, che operano nel settore) giustificato proprio dall’importanza dell’evento. Pilati ha ricordato come la programmazione regionale prevedesse la concentrazione dell’attività senologica soltanto nei tre ospedali hub regionali, vale a dire Trieste, Udine e Pordenone. Né a Gorizia (dove, pure, grazie alla lungimiranza di alcuni medici è sorto circa 30 anni fa il “Gruppo interdisciplinare di senologia”, per la diagnosi e la cura del carcinoma mammario) né a Latisana, dove funziona un collaudato, analogo servizio, veniva raggiunto infatti il volume minimo di attività riguardante i tumori al seno, equivalente al trattamento di almeno 150 casi. Ma, con l’unificazione dell’Azienda Isontina a quella della Bassa Friulana, i due numeri, sommati, sono andati ben al di là della soglia prevista scongiurando così il pericolo che le pazienti dovessero rivolgersi altrove. La Regione ha dato il via libera anche nella nostra Azienda sanitaria a un percorso oncologico specifico, sia per la diagnostica che per la chirurgia senologica, e a Gorizia, in particolare, si è sviluppato un servizio ai massimi livelli.

Durante l’incontro di ieri (organizzato dal dottor Franco Loru, medico facente parte del Consiglio d’indirizzo della Fondazione Carigo) attraverso gli interventi del chirurgo del San Giovanni di Dio, dottor Giuseppe Stacul (specializzato in Senologia), del dottor Diego Rossi, dirigente dell’Anatomia patologica, del dottor Antonio Colonna, già a capo della stessa struttura, e del chirurgo monfalconese Giuseppe Luise, sono stati approfonditi i più recenti sviluppi della chirurgia del tumore alla mammella e sul ruolo dell’anatomia patologica nella definizione diagnostica di questo tipo di neoplasia.

Si è parlato poi in modo specifico della nuova strumentazione donata all’Azienda sanitaria e denominata Osna, acronimo che sta per One step nucleic acid amplification. Si tratta di un metodo che, durante l’operazione chirurgica per il tumore al seno, analizzando il linfonodo sentinella permette, in caso di esito positivo, di integrare immediatamente l’intervento con l’asportazione dei linfonodi ascellari, risparmiando così alle pazienti un secondo intervento chirurgico con ulteriori analisi, e consentendo di impostare già la terapia post-operatoria.

Per il presidente della Fondazione Carigo, Gianluigi Chiozza, - in una delle sue ultime “uscite” pubbliche dopo 8 anni, visto che il mandato scadrà il 29 aprile - l’incontro ha fornito inoltre l’opportunità di tracciare un bilancio del proficuo rapporto di collaborazione con l’Azienda sanitaria, in particolare in quest’ultimo quadriennio. Oltre a ricordare gli strumenti donati, tra cui 4 videocolonscopi, un video broncoscopio, un laser per gli interventi a persone disabili in campo odontostomatologico e altre apparecchiature che sono andate ad arricchire la strumentazione del reparto di Urologia e del Pronto soccorso, Chiozza ha citato i progetti di prossima realizzazione che riguardano, tra gli altri, il posizionamento di defibillatori in luoghi pubblici strategici con la formazione di operatori ad hoc, l’attività fisica adattata e percorsi agevolati ospedalieri per i disabili.

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