Tumori, l’ospedale di Udine supera il Cro di Aviano

UDINE. Solo un centro oncologico su cinque merita il “bollino verde”. Eppure, da uno studio realizzato dall’Aimac (Associazione italiana malati di cancro) con il contributo delle principali società scientifiche del settore, su oltre 10 mila strutture il Santa Maria della Misericordia non solo brilla a livello regionale superando le valutazioni ottenute dal Cro di Aviano, ma rivaleggia a livello nazionale per i più importanti istituti di ricerca sul cancro.
I dati sono disponibili sul sito oncoguida.it dove per ogni regione vengono indicati i “Centri ad alto volume di identità” che sono identificati in base a diversi parametri tra i quali il numero dei casi trattati e la degenza media. Si scopre così che solo 1.787 strutture hanno meritato il bollino.
«Le strutture più affidabili - ha spiegato il presidente dell’Aimac De Lorenzo - sono state scelte sulla base del numero dei casi e alla presenza di tutto ciò che serve a garantire al paziente un percorso di cura. Ci sono centri che fanno 10-12 interventi l’anno: troppo pochi per essere affidabili».
Venendo ai dati, l’Oncoguida ha passato in rassegna tutte le strutture identificando i “Centri ad alto volume di attività” con un puntino verde.
Si scopre così che il Santa Maria della Misericordia di Udine ha ottenuto 14 bollini verdi su 21 tumori trattati. Un riconoscimento che riguarda colon-retto (312 casi), esofago (20), fegato-colecisti-vie biliari (58), stomaco (42), prostata (110), rene (68), utero (339, vescica e vie biliari (203), tiroide (639, mammella (461) sistema nervoso centrale (258), testa collo (125), pleura (159 e polmone (284).
Niente bollino verde per i tumori a pancreas, ovaio, testicolo e ossa. Dati sorprendenti se confrontati con quelli del Cro di Aviano, accreditato al trattamento di 14 categorie di tumori, che ha incassato solo sei bollini verdi (colon-retto, ovaio, utero, mammella, connettivo, testa-collo).
Più problematica la situazione negli altri ospedali della provincia di Udine, a partire da quello di Palmanova dove solo per i tumori al colon retto viene riconosciuto il bollino a fronte di 17 tipologie di tumori trattati. Va peggio al nosocomio di Latisana che si aggiudica zero bollini (su 17 specialità), al San Michele di Gemona (zero su 12), o al Città di Udine (1 su 14), come al Sant’Antonio Abate di Tolmezzo (1 su 17).
Non va meglio nell’Isontino, tant’è che l’ospedale di Gorizia ottiene il riconoscimento solo per 4 delle 17 specialità, o a quello di Monfalcone (2 su 11). E da una breve ricognizione in territorio triestino si scopre che gli “Ospedali riuniti” accreditano sull’Oncoguida solo 9 delle 20 specialità, invece al Santa Maria degli Angeli di Pordenone vengono assegnati 7 bollini su 21 tumori trattati.
Estendendo lo sguardo a livello nazionale, ci si accorge che i dati sono tutt’altro che confortanti: strutture prestigiose come il Niguarda Ca’ Granda di Milano, ad esempio, non vanno oltre i 13 bollini verdi su 21 tipi di tumori trattati, mentre l’istituto oncologico Giovanni Paolo II di Bari ne colleziona 2 su 15, il San Carlo di Potenza 5 su 19, l’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova 6 su 18, l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino) 3 su 15, e bisogna puntare all’Istituto nazionale tumori regina Elena di Roma per avere quotazioni superiori al Santa Maria della Misericordia di Udine, con 15 bollini su 21 tumori tipi trattati.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto