Turismo invernale e seggiovia a Sappada, in un incontro i dubbi sul progetto

In una lettera a governatore e sindaco indicate altre priorità per il paese. Mercoledì 8 febbraio un incontro pubblico

Lucia Aviani

«Altre sono le priorità, rispetto alla sostituzione della seggiovia di Sappada 2000». La previsione di spesa di 15 milioni e mezzo, definita dalla Regione per il polo sciistico sappadino, viene fortemente contestata dalla lista consiliare di minoranza Sappada Cambia, che ha organizzato per mercoledì 8 febbraio una riunione pubblica per confrontarsi sul tema.

L’incontro, che si svolgerà – dalle 20.30 – nella sala congressi di Cima Sappada, è finalizzato proprio a focalizzare le urgenze manifestate dal comprensorio sciistico e, di conseguenza, a tracciare una scaletta dei piani d’intervento da effettuare per il rilancio del turismo invernale.

I punti contestati

«Il progetto di rinnovo delle infrastrutture della vallata, per il quale la Regione ha messo a disposizione la ragguardevole somma di 15,5 milioni – sottolinea il consigliere Matteo Romanin –, è indirizzato in via esclusiva alla seggiovia Sappada 2000, da sostituire.

Abbiamo deciso di organizzare un confronto con la popolazione sull’onda del malcontento espresso da molti sappadini e turisti, del tutto scettici sul fatto che tale progettualità sia prioritaria. La nostra idea è diversa e la illustreremo durante il confronto, proponendo delle alternative».

Di anticipazioni non ne vengono fornite: «Faremo il punto, nei dettagli, dopo la riunione», dice Romanin. «La decisione di investire a Sappada una cifra di tale portata, che produrrà – conclude – un notevole impatto sull’economia della vallata per i prossimi decenni, non può arrivare da poche persone, necessitando al contrario della massima condivisione possibile».

La replica della Regione

L’assessore regionale al Turismo, Sergio Emidio Bini, del resto, fa presente che la destinazione dei fondi è «proprio il frutto di una scelta ampiamente condivisa», esito di «mesi di interlocuzioni sul territorio, con il Comune – ricorda l’assessore – e con i portatori d’interesse».

«Detto ciò – conclude Bini –, abbiamo la fortuna di vivere in un Paese democratico e pertanto se ci sono delle contrarietà al programma nulla vieta che vengano espresse e analizzate».

La lettera degli Sci club

Ma che il polo sciistico sappadino abbia bisogno di interventi di miglioria su più fronti è opinione condivisa pure da alcuni Sci club, che hanno inviato una lettera ai vertici della Regione, del Comune e a Promoturismo per segnalare una serie di criticità, sollecitando impegno per la loro soluzione.

Uno dei nodi più pesanti, e non è una novità, è l’assenza di un collegamento fra le piste dei diversi versanti, che impone ai maestri di sci di spostarsi in auto per raggiungere gli impianti di risalita dove devono tenere le lezioni; lo stesso vale, ovviamente, per i turisti.

Se quindi è giusto investire sulle strutture, è un errore – la sintesi del parere degli Sci club – focalizzarsi sulla ristrutturazione della seggiovia di Sappada 2000, dove dal momento della rimozione dello skilift in quota c’è solo la pista di rientro.

Di qui l’interrogativo sul senso del finanziamento di un impianto su quel versante, mentre l’urgenza starebbe nel collegamento fra Pian dei Nidi e la Pista Col dei Mughi, progetto di cui a Sappada si discute da anni.

Un’operazione del genere potrebbe offrire nuove piste, su un versante che è quasi sempre all’ombra e che dà quindi costante garanzia di utilizzo; il collegamento permetterebbe di evitare il pullman, con la possibilità di spostarsi agevolmente su tutto il versante nord.

Così il comprensorio sciistico spazierebbe da Cima Sappada alla pista Nera e ai campetti, con un significativo rapporto costi/benefici. —

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