Turismo sessuale, Tarvisio divisa - Foto

L’iniziativa austriaca trova sostenitori tra albergatori e politici, ma c’è anche chi la boccia

TARVISIO. Il turismo sessuale divide la comunità tarvisiana. Condannato dal mondo cattolico, trova sostenitori tra albergatori e politici. C’è anche chi pensa a come intercettare i flussi, che, per ora, fanno tappa nella vicina Carinzia, visto che questo tipo di mercato non pare subire le conseguenze della crisi. Un mercato di cui l’opinione pubblica si sta interessando di recente, ma che esiste, in Austria, da decenni.

«Le nostre leggi in materia di prostituzione sono chiare e impediscono l’apertura delle case chiuse – commenta Stefano Rosenwirth, noto albergatore di Camporosso – certo è che quanto accade a pochi chilometri da noi, in Carinzia, genera curiosità sia tra i residenti sia tra i nostri ospiti. Credo che la nuova frontiera del turismo sia legata allo star bene e al benessere del corpo, che non significa solamente rapporto sessuale». Sul pacchetto a luci rosse pensato da Wellcum, il bordello aperto di recente a Hohenthurn, Rosenwirth puntualizza: «Da noi gli alberghi costano meno e le piste sono a due passi. Meglio, quindi, soggiornare da noi e semmai raggiungere il bordello in auto».

Rosenwirth non chiude del tutto le porte all’ipotesi bordello anche in Friuli: «Per abbassare le tasse lo Stato italiano dovrebbe cominciare a pensare a come recuperare i soldi da una prostituzione regolamentata, come avviene in Austria, limitando così anche il fenomeno dello schiavismo legato al sesso sulle strade. Tarvisio – aggiunge – potrebbe fare la differenza e non copiare la Carinzia, dando vita a case del piacere sia per uomini che per donne».

Un punto, quest’ultimo, condiviso anche dal consigliere comunale Stefano Mazzolini: «Il mercato del sesso non vede crisi, quindi, perché non pensare a una struttura dedicata a uomini e donne abbinandola a un’offerta con lo skipass e l’albergo?». Sulla questione morale, Mazzolini aggiunge: «Chi frequenta queste strutture, evidentemente, cerca qualcosa che non trova più in famiglia».

Netta la bocciatura da parte di don Claudio Bevilacqua, parroco di Tarvisio. Al di là della questione morale «sappiamo bene ciò che è bene e ciò che è male», afferma, il prete propone altre due riflessioni: «Nessuno parla del fatto che chi frequenta questi posti spende soldi, spesso mettendo in difficoltà la famiglia. Inoltre, accade che gli uomini si portino a casa malattie e le trasmettono alle loro mogli».

Nel dibattito si inserisce anche la Carnia, con Massimo Peresson di Carnia Welcome: «Sì all’amore libero, no alla mercificazione del corpo umano – annota –. Noi, in Carnia, pratichiamo il primo e contrastiamo il secondo». Il direttore di Cosetur, Claudio Tognoni, pone l’accento sulle tante agevolazioni a disposizione della Carinzia. «Al di là dei bordelli, le aziende che decidono di fare impresa in Carinzia sono facilitate: servono azioni per rendere attrattiva la nostra zona di confine, dando attuazione a quel progetto di sviluppo di valle già presentato alla giunta Tondo qualche anno fa».

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