«Tutela linguistica, non solo friulano»

UDINE. La proposta farà discutere, ma a ben guardare è già tutto scritto nella Costituzione. Perché l’articolo 6 parla di tutela delle “minoranze linguistiche”. Una definizione ampia che lascia margine per accogliere sotto l’ombrello della legge 482 pure i dialetti. «La legge difende le minoranze linguistiche dal ’99, ma ora deve essere rivista per offrire salvaguardie specifiche anche ai dialetti. Penso al siciliano, al napoletano, al piemontese. Hanno una storia molto simile a quella del friulano e del sardo. E alcuni si chiedono perché siano trattati in modo differente». Ad accendere la miccia è la presidente dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio, a Udine per partecipare al convegno organizzato dall’ateneo friulano La nascita del vocabolario.
«La legge 482 deve essere ripensata perché nella Costituzione è scritto che le lingue di minoranza devono essere tutelate e non si dice neppure che l’italiano è la lingua ufficiale, una codifica che arriverà soltanto nel 1999 – continua Maraschio a margine del convegno –. La vaghezza della Carta è un fatto molto positivo perché include nella tutela anche le nuove minoranze arrivate dall’estero». Ecco un’altra faccia della medaglia, a distanza di pochi giorni dalle dichiarazioni del governatore Renzo Tondo.
Ma la numero uno della Crusca – accademia da sempre considerata il guardiano della purezza della lingua italiana – ha anche svelato la gestazione della sesta edizione del vocabolario. Dopo quel quinto volume rimasto incompiuto, adesso è il momento di «dare alle stampe un grande vocabolario storico, che tracci l’ultima fase della nostra lingua quella a cavallo fra Otto e Novecento – aggiunge Maraschio –. Sarebbe molto opportuno dare una rappresentazione dei cambiamenti avvenuti nell’Italia del dopo Unità. E in quest’ottica i neologismi avranno un ruolo centrale».
Analizzando lo “slang” di tutti i giorni si ascoltano suoni che appena 50 anni fa avrebbero lasciato tutti di stucco, mentre oggi rappresentano il canovaccio su cui imbastire una conversazione. È il “globitalian”, la lingua di Dante interpolata con nuovi lemmi traslati dall’estero o riadattati in ambito soprattutto tecnologico, ma anche economico e politico.
«Esiste un osservatorio dei neologismi, l’Osservatorio neologico della lingua italiana, diretto da Giovanni Adamo e Valeria Della Valle – spiega Maraschio –, uno strumento molto utile per avere il polso della situazione. Nel corso del Novecento il lessico italiano si è rinnovato di circa il 50%. Il lessico di base resta trecentesco, ma la lingua per rendere la modernità ha assorbito dalla terminologia tecnico-scientifica e anche dall’estero i mattoncini per crescere. E questo dimostra la vitalità dell’italiano». Maraschio ha fatto di più. Perché si è immersa in un «piccolo confronto fra il lemmario della prima Crusca del 1612 e un vocabolario moderno, il Sabatini-Coletti: oltre il 60% delle parole si trova in entrambi i testi e questo significa che esiste una continuità importante nella nostra lingua che probabilmente anche il vocabolario della Crusca ha contribuito a mantenere perché con le cinque edizioni ha dato consistenza materiale alla lingua».
Dopo la giornata inaugurale, aperta ieri dal direttore del dipartimento di Studi umanistici dell’ateneo friulano, Andrea Tabarroni, oggi i lavori riprendono alle 9.30 a palazzo Florio con le relazioni di Andrea Bocchi (Università di Udine), I Florio contro la Crusca, Antonio Daniele (ateneo di Udine), Paolo Beni e la Crusca, Piermario Vescovo (ateneo di Venezia), La Crusca in scena.Goldoni e dintorni, Ilvano Caliaro (ateneo di Udine), Il protopurismo di Giulio Cesare Becelli, Silvia Contarini (Università di Udine), La Crusca nel “Caffè” e Laura Nascimben (Università di Udine), Carlo Gozzi e la Crusca. Nel pomeriggio (dalle 15) interverranno: Tina Matarrese (Università di Ferrara), Le ‘Postille’ del Monti alla Crusca, Rolando Damiani (Università di Venezia), Leopardi e la Crusca, Fabiana Fusco (Università di Udine), Dizionari dialettali ottocenteschi e Vittorio Formentin (Università di Udine), Filologia e lessicografia:due discipline in contatto. In conclusione sarà presentato il volume di Ivano Paccagnella Vocabolario del pavano (XIV-XVII secolo), pubblicato da Esedra editrice (Padova 2013).
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