Tutti uguali a suon di musica: il Ballo di San Vito mette in pista disabilità, famiglia e volontariato

Dal 2017, ogni giovedì sera la palestra dell’ex scuola Tommaseo a San Vito al Tagliamento diventa una discoteca speciale. L’evento coinvolge quasi 200 persone

Silvia Giacomini
Il Ballo di San Vito, si inizia a ottobre con una grande festa; a destra la palestra dell’ex Tommaseo trasformata in discoteca
Il Ballo di San Vito, si inizia a ottobre con una grande festa; a destra la palestra dell’ex Tommaseo trasformata in discoteca

Dal 2017, ogni giovedì sera, la palestra dell’ex scuola Tommaseo di San Vito al Tagliamento si trasforma in una discoteca speciale, dove luci e musica accolgono giovani adulti con disabilità per un appuntamento attesissimo: il Ballo di San Vito.

Nata da un’idea di Paola Giorgi, l’iniziativa oggi coinvolge quasi 200 persone, con una partecipazione stabile di circa 50 ragazzi a ogni incontro. Un’occasione di svago, socializzazione e crescita, che ha saputo abbattere barriere e regalare momenti di leggerezza anche alle famiglie.

L’idea è venuta a Paola di ritorno da una settimana di volontariato ad Albarella, organizzata dal Rotary club, dove aveva vissuto serate di ballo con ragazzi con disabilità. Determinata a ricreare quell’atmosfera, ha trovato l’appoggio del Rotary club di San Vito, del Comune e di un gruppo di amici.

Il progetto è iniziato in punta di piedi in una sala del Centro anziani di via Codizze e ha coinvolto per primi i ragazzi della cooperativa sociale Il granello e il terapista occupazionale Francesco “Checco” Favero. Le serate di ballo non sono soltanto divertimento: con coreografie semplici e adattate, i partecipanti migliorano la coordinazione, rafforzano autonomia e fiducia in se stessi.

«La musica è un linguaggio universale che abbatte le barriere della diversità e crea spontaneamente un clima di inclusione – riferisce Marco Orgnacco, rappresentante dei genitori –. L’entusiasmo dei partecipanti è contagioso. Da Portogruaro a Casarsa, da Maniago sino a Vicenza, le famiglie percorrono chilometri per partecipare a queste serate di pura allegria. Il Ballo di San Vito è diventato un appuntamento irrinunciabile – racconta –, tanto per i ragazzi quanto per i loro genitori, che trovano qui un raro momento di spensieratezza e condivisione. Gli amori nati ballando, i progressi dei ragazzi e i ringraziamenti dei genitori ripagano tutto il nostro impegno».

Anche durante il lockdown, la voglia di stare insieme non si è fermata. Grazie alla guida di Francesco Favero, gli appuntamenti si sono trasferiti on line: videocollegamenti per cantare e trascorrere insieme un’ora di leggerezza, mantenendo vivo il legame del gruppo. Il calendario del Ballo di San Vito è ben organizzato. Ogni ciclo inizia a ottobre con una grande festa alla baita degli Alpini: l’evento coinvolge sino a 180 persone tra balli, bevande e pietanze, con il musicista Max Schincariol e il gruppo Latin love di Pordenone.

Le serate proseguono per dieci giovedì di fila, si interrompono a dicembre con la festa di Natale nella sala espositiva della Midj di Cordovado e riprendono a febbraio per altri dieci appuntamenti. I benefici del progetto vanno oltre il momento di svago. I genitori hanno notato nei ragazzi miglioramenti tangibili nella capacità di socializzare, nell’intraprendenza e nell’autonomia. Persone che mai avevano avuto contatti con il mondo della disabilità oggi sono parte integrante di questo gruppo straordinario, che vive di spontaneità e affetto.

Grazie alla tenacia di Paola Giorgi e all’impegno di volontari e famiglie, il Ballo di San Vito è diventato molto più di un semplice evento. È un simbolo di inclusione e un esempio di come la solidarietà e la condivisione possano cambiare vite, trasformando ogni barriera in un’opportunità di crescita.

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