Tutto il Gervasutta ringrazia i “gemelli della radiologia”

Lealtà, sincerità e umanità. Sono le parole d’ordine che hanno guidato la carriera dei “gemelli della radiologia” del Gervasutta: Enzo e Tullio Beltrame, che oggi affrontano il penultimo giorno di...
UDINE 29 dicembre 2011 festa al gervasutta Copyright PFP/Turco
UDINE 29 dicembre 2011 festa al gervasutta Copyright PFP/Turco

Lealtà, sincerità e umanità. Sono le parole d’ordine che hanno guidato la carriera dei “gemelli della radiologia” del Gervasutta: Enzo e Tullio Beltrame, che oggi affrontano il penultimo giorno di lavoro prima della pensione. Una vita trascorsa in simbiosi, ovviamente sin dalla nascita, e poi proseguita seguendo i medesimi passi. Né la leva militare né la professione li hanno divisi. La fine del 2011 segna per loro la conclusione di una lunga carriera trascorsa nell’Istituto di medicina fisica e riabilitazione, immersi fra le lastre delle radiografie. E ieri sono state centinaia le persone giunte al Gervasutta per partecipare alla festa loro dedicata.

«Sono stati un punto di riferimento per tutto l’ospedale, ruolo svolto attraverso la collaborazione con il personale e l’attenzione verso i pazienti». Così li ha definiti Maria Rosa Iannis, responsabile del servizio di radiologia. Non è mancato un cenno dedicato al dottor Tito Tassini, il loro maestro. «Erano figli d’anima di Tassini – ha sottolineato Iannis –. Per lui nutrivano grande devozione e ammirazione, al punto da seguirlo pure nella passione filoasburgica palesata nella scelta di lasciarsi crescere lunghi baffi, sul modello dell’imperatore Francesco Giuseppe».

In quasi 40 anni di servizio sono state innumerevoli le occasioni in cui i due “gemelli della radiologia” sono stati scambiati, ma l’episodio più noto, secondo i colleghi, è il granchio preso «da un marito geloso che incolpò, ingiustamente e probabilmente malconsigliato, uno dei fratelli di avere una liaison con la moglie – ha ricordato con un sorriso Iannis –. Tullio ed Enzo erano entrambi convinti della propria innocenza, perciò si sono rimbalzati la patata bollente a vicenda. L’equivoco si risolse con le scuse del marito, ma divenne un episodio buffo da raccontare».

Proverbiale la pazienza dei due tecnici della radiologia. «Abbiamo sempre cercato di rispettare i pazienti, tranquillizzandoli, quando necessario, con una parola detta al momento giusto», ha spiegato Enzo, divenuto pure, suo malgrado, bersaglio delle lettere della nipote di una paziente, rapita dalla gentilezza del radiologo. «Ma io non l’avevo neppure mai vista», ha assicurato con un sorriso.

Michela Zanutto

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