Uanetto, buco milionario Servono nuovi capitali
CASTIONS DI STRADA. Si fa di ora in ora più difficile la situazione del gruppo Uanetto, leader nella produzione e vendita di salumi. Chiusa di recente la partita sulla cassa integrazione straordinaria per i 54 dipendenti del salumificio, il gruppo di Castions di Strada deve infatti fare i conti con un buco di diversi milioni di euro, e con i fornitori sul piede di guerra, al punto che alcuni si sono già rivolti alla magistratura per esigere i crediti. Se questi ultimi non dovessero essere liquidati per Uanetto si prospetta il ricorso al concordato preventivo o peggio il fallimento nel caso in cui la procedura concorsuale non dovesse riuscire a mettere d’accordo l’impresa con i creditori.
Unica ancora di salvezza, per il gruppo, sarebbe l’iniezione di nuovi capitali che potrebbe venire da una, forse due cordate alternative d’imprese intente proprio in queste ore a valutare diverse ipotesi come l’affitto del salumificio o l’ingresso in società con la famiglia Uanetto.
Eventualità delle quali si discuterà all’inizio della prossima settimana nel corso di un incontro tra la proprietà e le sigle sindacali di categoria, reduci, come ricordato, dalla firma di un recente accordo di cassa integrazione per i 54 dipendenti del salumificio che al momento lavorano a singhiozzo proprio a causa dei rubinetti chiusi da parte dei fornitori.
Contattata ieri telefonicamente, la titolare della Snc, Lilia Uanetto, ha preferito non rilasciare dichiarazioni affidando il compito al legale della famiglia, l’avvocato Antonio Rigo: «Al momento – ha tagliato corto – preferiamo trincerarci dietro a un no comment su tutta la linea». Mentre le trattative sono in corso, questa settimana il macello è sostanzialmente inattivo.
E pensare che a regime Uanetto arrivava a 1200 capi macellati a settimana, quasi 60 mila capi all’anno, metà di quelli trattati nei macelli del Friuli Venezia Giulia. Di pari passo con la riduzione dell’attività sono andati i bilanci, passati da 21 milioni nel 2011 ai 14 del 2012, con previsioni affatto rosee per l’anno in corso. All’origine della situazione di difficoltà, come per altro dichiarato tempo addietro dalla stessa proprietà, ci sarebbero investimenti, in particolare all’interno del prosciuttificio a San Daniele, che non hanno reso quanto inizialmente preventivato dal gruppo che ricordiamolo conta su una “costellazione” di 7 imprese, di cui, oltre al salumificio e allo stabilimento del San Daniele, un’azienda agricola e una di trasporti, un ristorante, 7 punti vendita e un prosciuttificio a Sauris, imprese che nel complesso danno lavoro a circa 100 persone.
La difficoltà del gruppo non sarebbe dunque da addebitare alla crisi economica, bensì agli investimenti che non avendo reso hanno di fatto ingessato l’operatività dell’azienda mettendola nelle condizioni di non poter onorare i crediti nei confronti dei fornitori.
In ballo, solo nel salumificio, ci sono 54 posti di lavoro, ma anche una filiera, quella che ruota attorno al suino friulano, che rischia di entrare in forte crisi se si considerano i volumi trattati da Uanetto che a regime, come ricordato, assorbiva praticamente la metà dei maiali allevati in regione. Senza contare le conseguenze sulle due estremità della filiera, le imprese produttrici di mangimi da un lato, quelle dedite alla trasformazione, dall’altro.
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