Uccise l’amante, condannato per calunnia

Friuli occidentale toccato dall’inchiesta: aveva accusato il manager di un’azienda di aver avuto una storia con la vittima

PORDENONE. È stato condannato dal Gup di Brescia a un anno di reclusione per calunnia Claudio Grigoletto, pilota d’aereo bresciano che sta scontando 30 anni di carcere per aver ucciso a fine agosto 2013 a Gambara, in provincia di Brescia, l’amante brasiliana Marilia Rodrigues, dalla quale aspettava un figlio. Il pm Erica Battaglia aveva chiesto ieri la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione.

Grigoletto era socio della Alpi Aviation do Brasil, società che commercializza ultraleggeri per la quale lavorava Marilia. I due erano conosciuti a Pordenone e nella Destra Tagliamento.

Si erano proposti infatti a un’azienda della provincia di Pordenone, società del tutto estranea alla vicenda, come partner commerciali per il Brasile. L’accordo di partnership tra Grigoletto e l’azienda locale non era andata in porto.

Ma il Friuli Occidentale era stato comunque toccato dall’inchiesta nel 2013: il sospetto omicida aveva accusato con una mail – «falsamente», secondo gli inquirenti – il direttore commerciale dell’azienda in provincia di Pordenone di avere avuto un legame sentimentale con la vittima.

Accuse che avrebbero rischiato di far ricadere sospetti sul manager pordenonese il quale nulla c’entrava con la vicenda.

Secondo quanto ricostruito all’epoca dagli inquirenti, Grigoletto, dopo avere creato un falso account, avrebbe attribuito una mail a Marilia in cui parlava di un incontro chiarificatore avvenuto tra lo stesso Grigoletto, la moglie, la vittima e il manager pordenonese: gli aveva attribuito falsamente, sempre stando all’accusa, la paternità del nascituro.

Nella prima fase delle indagini il manager era stato sentito dai carabinieri bresciani come persona informata sui fatti ed era subito stato possibile chiarire che non aveva mai avuto una relazione con la vittima.

Nel settembre del 2015 la Corte d’Assise d’Appello di Brescia aveva riformato a 30 anni (confermati poi in Cassazione) la condanna all’ergastolo emessa in primo grado.

Il legale di Grigoletto aveva sostenuto la non imputabilità per una parziale incapacità di intendere e volere al momento del fatto, dovuta a un disturbo bipolare. Il perito nominato dai giudici, però, aveva depositato una relazione in cui aveva invece sostenuto che Grigoletto, al momento dell’omicidio, era lucido.

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