Udine, addio al dottor Zucchi: è stato una colonna del Gervasutta

Aveva ricoperto gli incarichi di primario e direttore sanitario dell’istituto. Lavorò anche alle Terme di Grado e alla casa di riposo di Codroipo. Aveva 83 anni

UDINE. Aveva sei specializzazioni, era stato tra le colonne portanti dell’istituto Gervasutta e direttore sanitario alle Terme di Grado, aveva insegnato per tutta la vita a generazioni di fisioterapisti, infermieri e assistenti sanitari e aveva lavorato al fianco dell’Unione ciechi e dei donatori di sangue.

Per Armando Zucchi la professione medica rappresentava qualcosa di molto più grande e nobile di un semplice impegno quotidiano. In tutto quel che faceva metteva passione e dedizione e questo lo rendeva ancora più importante agli occhi dei suoi pazienti.

Ecco perchè da quando ha cominciato a circolare la notizia della sua scomparsa, la sua famiglia continua a ricevere attestati di stima e cordoglio.

Malato da tempo, il dottor Zucchi si è spento venerdì all’ospedale di Cividale, dov’era ricoverato da circa un mese.

Aveva 83 anni e, pur essendo andato in pensione già nel lontano 1992, di lui e delle sue molteplici attività si ricordavano ancora in molti. Negli ultimi due anni, in particolare, di fronte ai suoi frequenti ricoveri, diversi colleghi non avevano esitato a scrivergli, per ringraziarlo dell’aiuto e dell’esempio dati durante gli anni della sua lunga carriera.

Originario di Faedis, si era laureato in Medicina a Roma nel 1957 e aveva conseguito poi, una dietro l’altra, le specializzazioni in Gastroenterologia, Puericultura, Pediatria, Fisiokinesiterapia ortopedica, Medicina dello sport e, qualche anno dopo, anche Fisiatria.

L’esperienza al Gervasutta era cominciata nel 1959, quando l’allora ospedale per le malattie infettive ampliava la propria offerta, inaugurando il Centro di recupero per poliomielitici.

«L’istituto di medicina fisica e riabilitazione nacque praticamente con lui e pochi altri – ricorda la moglie Daniela –. A quei tempi, Armando si fermava addirittura a dormire lì, in ospedale. Fu allora che decise di specializzarsi anche in Fisiatria e di rinunciare all’attività di medico di base e pediatra, svolta per anni a Udine, per dedicarsi a quella branca al Gervasutta».

Non è un caso, allora, se di lì a poco il dottor Zucchi divenne primario di Fisiatria e poi anche direttore sanitario dell’istituto. E se fu proprio lui a promuovere e fondare anche la sezione Gervasutta dell’Associazione friulana donatori di sangue.

Naturalmente, tanta passione non poteva esaurirsi con lo scoccare dell’età pensionabile. E così, non appena uscito dall’istituto, il dottor Zucchi assunse l’incarico di direttore sanitario delle Terme di Grado, mantenendolo fino al 1997. Dal 1999 al 2001, analogo ruolo fu ricoperto alla Casa di riposo di Codroipo.

E per un certo periodo lavorò anche per l’Unione italiana ciechi “Villa Masieri” di Tricesimo.

Instancabile dentro e fuori degli ospedali, il suo nome ricorreva spesso anche negli ambienti accademici. Lo ricordano bene i tanti studenti incrociati a partire dal 1977, quando cominciò a insegnare alla Scuola di specializzazione di Fisiatria di Trieste.

Sue anche le cattedre alla Scuola per la laurea breve in Fisioterapia della facoltà di Medicina, a Udine, e quelle via via assegnategli alla Scuola per assistenti sanitari, infermieri e puericultrici e alla Scuola per terapisti. Al suo attivo, anche la pubblicazione di 54 lavori di carattere scientifico.

Questo dicono i suoi numerosi curriculum e questo raccontano anche i tanti colleghi, amici e pazienti che hanno continuato a ricordarlo con affetto.

«Sapeva alleviare le sofferenze di chiunque si rivolgesse a lui – ripetono i figli Alessandra e Piero, entrambi architetti –, era una persona rara, onesta e di compagnia, e un padre eccezionale. Capace, fino all’ultimo, di conservare il buon umore».

Con la moglie Daniela, con la quale abitava in via Savorgnana, aveva da poco festeggiato i 50 anni di matrimonio. A piangerlo sono anche la sorella Mimì, i suoi nipoti e gli altri parenti. Il funerale sarà celebrato martedì, alle 12, al duomo di Udine, dove la salma giungerà dall’ospedale di Cividale.

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