Udine, Aziz rivela: "Ecco perché me ne vado dal Pd"

Il consigliere: Sono stanco di votare per senso di appartenenza. Non voglio poltrone, il partito è arrogate e incoerente
Udine 24 maggio 2013.Primo Consiglio Comunale..© Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone
Udine 24 maggio 2013.Primo Consiglio Comunale..© Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

UDINE. “Alternativa democratica” è uno dei nomi possibili del nuovo gruppo consiliare nel quale confluiranno Hosam Aziz (Pd), il socialista Andrea Castiglione e Andrea Sandra (Sel). Il progetto che spiazza soprattutto il Pd, sarà ufficializzato nella seduta del consiglio comunale di luglio. Anche se l’iniziativa era nell’aria da tempo, il Pd prova a fare spallucce cercando di trattare con Aziz, già segretario cittadino del partito, il quale, dopo otto anni di militanza, ha detto basta: «Me ne vado, il Pd non mi rappresenta più».

Perché esce dal Pd?

«Lo faccio a malincuore e con grande sofferenza. Non è una decisione facile anche perché ho il vanto di essere tra i fondatori del partito nel quale lascio un pezzo della mia vita».

Non ci ha detto perché?

«Non lo faccio con spirito vendicativo, sono stanco di votare iniziative solo per senso di appartenenza. La motivazione principale però è la svolta assunta dal partito a livello nazionale, ha ragione Cecotti quando definisce il Pd il partito dell’arroganza».

Da quanto tempo lavora al nuovo progetto?

«Da più di sei mesi».

Ma l’altra settimana si era candidato a capogruppo?

«L’ho fatto per una questione di principio e per dimostrare che nel Pd viene meno il rispetto delle regole.

Stando alle preferenze lei era il candidato naturale?

«Certamente, ho ricevuto una preferenza in meno di Scalettaris e sarebbe stato opportuno che qualcuno mi chiedesse “sei disponibile?” avrei risposto no».

La nomina dell’assessore Scalettaris è stata condivisa con la maggioranza?

«Premesso che condivido la nomina di Scalettaris, ce la siamo ritrovata a cose fatte. Non è stata condivisa».

Qual è l’obiettivo del nuovo gruppo?

«Realizzare il programma di Honsell, chiedere maggior condivisione, stimolare il dibattito, alle volte, serve una voce fuori dal coro. Lavoreremo per il bene della città per creare un’alternativa per il dopo Honsell. Il consiglio comunale deve acquisire il suo ruolo, il nostro progetto ha questo come scopo».

Chiederete poltrone?

«Assolutamente no tant’è che io e Castiglione ci dimetteremo da presidenti delle commissioni Cultura e Bilancio e io pure da delegato per il centro storico».

Lei guarda al movimento di Cecotti o ai civatiani?

«Apprezzo Cecotti, ma non ho parlato con lui. Non credo a Podemos e Tsipras, guardo con interesse a qualsiasi progetto che lavori per il bene della città»

Anche a quelli dell’opposizione?

«Se dall’opposizione arriva qualche suggerimento giusto per realizzare il programma di Honsell, ben venga».

Se Galluzzo entrerà in consiglio vi seguirà?

«Può darsi, anche qui si sono dimessi tre assessori su quattro per non fare entrare Galluzzo in consiglio. Dove sta la coerenza?».

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