Udine, vanno in cimitero ma non trovano più le tombe dei parenti
Le spoglie sono state esumate su indicazione del Comune ma senza un avviso diretto alle famiglie coinvolte. L’assessore Toffano: informazioni regolarmente pubblicate
La sorpresa è stata grande, ma è stata subito soppiantata dall’amarezza e dalla rabbia. Entrare nel cimitero e non trovare più la tomba del proprio caro. Sembra assurdo ma è accaduto in città, nel cimitero di San Vito. A sollevare la questione sono tre cittadini: Luigi Pellizzoni, Roberto e Giovanna Simonetti. «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dal Comune», hanno tuonato. Ma l’ente locale si è difeso: «Le esumazioni nel campo comune avvengono dopo sei mesi dalla pubblicazione dell’avviso sull’Albo pretorio e nella sede cimiteriale», spiega l’assessore Rosi Toffano.
La rabbia
I resti dei defunti esumati finiscono in una fossa comune. Una scelta che ha indignato i famigliari e li ha convinti a portare alla luce l’episodio: «Come si può pretendere che una persona di una certa età legga l’avviso sul sito del Comune o vada a cercarlo in cimitero? - è la domanda che si è fatta Raffaella Palmisciano, figlia di Giovanna Simonetti -. Mia madre ha ottant’anni e quando non ha più trovato la tomba di suo padre è scoppiata in lacrime. Non è accettabile».
Palmisciano si sarebbe aspettata di ricevere un avviso a casa: «Per il censimento il Comune è stato solerte a tormentare mia madre affinchè aprisse la porta ai rilevatori, minacciandola di farle pervenire una multa. E per una cosa importante dal punto di vista affettivo come i defunti non ci si degna di avvisare i famigliari più stretti? Al di là della burocrazia, qui siamo di fronte un’assoluta mancanza di sensibilità».
La fossa comune
Pellizzoni ha definito quanto successo «una vicenda davvero triste e incresciosa». Anche a suo modo di vedere il Comune avrebbe dovuto comunicare in forma scritta alla famiglia i termini di inumazione del defunto. «Come se non bastasse, la cosa più grave ancora - è lo sfogo di Pellizzoni - è la fossa comune. Si tratta di un tombino, privo di qualsiasi indicazione della sua funzione e tantomeno dei nomi delle persone lì gettate, su cui la gente cammina ignara e dove l’omaggio ai defunti si riduce a un agghiacciante quadratino con un fiore di plastica.
Impossibile prevedere uno spazio adeguato in cui lasciare un fiore vero e inserire i nomi dei defunti? I familiari si sono sentiti dire che sarebbero troppi. Troppi anche per una tabella con caratteri minuscoli da aggiornare periodicamente? Credo che una comunità che non prova un minimo rispetto per i morti, chiunque essi siano - ha chiuso Pellizzoni - anche e soprattutto se umili o lasciati soli, non sia destinata a un brillante futuro».
La difesa del Comune
L’assessore Toffano ha sottolineato come il modus operandi del Comune sia dettato dal Regolamento di polizia mortuaria approvato nel 2005. «Gli avvisi delle esumazioni trovano spazio in tre punti: sul sito web del Comune in evidenza, all’albo pretorio e nell’ufficio del custode del cimitero. Nel caso specifico rispetto alla rotazione del campo comune “Z” (relativa a defunti sepolti tra il 1993 e il 1996) - ha aggiunto - gli avvisi sono rimasti esposti dal maggio 2022 all’agosto 2023, con un secondo avviso diffuso nel marzo 2024. Non solo, in prossimità del campo sono stati collocati appositi cartelli informativi per la cittadinanza». Toffano si è detta dispiaciuta per quando accaduto, ma ha ribadito l’impossibilità per il Comune di «raggiungere i parenti dei 900 inumati nel campo comune».
L’interrogazione
Palmisciano, che è anche consigliere comunale di opposizione (per la lista Fontanini) ha intenzione di portare in Aula la questione del Regolamento di polizia mortuaria. «Non ho intenzione di far passare in silenzio questa cosa - ha assicurato Palmisciano -. Credo che tramite una semplice verifica all’ufficio anagrafe sia possibile raggiungere i parenti. Presenterò un’interrogazione per chiedere spiegazioni».
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