Udine, definita la zona rossa: anche il parco Moretti tra le aree più a rischio

Firmata l’ordinanza del prefetto che recepisce le indicazioni del Viminale. Efficacia valida fino al 10 marzo. L’assessore Toffano: «Strumento in più»

Anna Rosso

Porta la data di giovedì 16 gennaio l’ordinanza prefettizia che definisce il perimetro della cosiddetta zona rossa di Udine, ossia dell’area da cui potranno essere subito allontanate sia le persone «che assumano comportamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti, determinando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica, tale da ostacolare la libera e piena fruibilità» degli spazi in questione, sia gli individui «che risultino già destinatari di segnalazioni all’Autorità giudiziaria per reati come spaccio di droga, rissa, lesioni, furto o detenzione abusiva di armi».

Il provvedimento, firmato dal prefetto del capoluogo friulano Domenico Lione, recepisce la direttiva con cui il ministro dell’Interno Matteo che, lo scorso dicembre, aveva appunto sottolineato l’importanza di individuare aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento.

L’ordinanza temporanea e urgente – che sarà efficace fino al 10 marzo – si propone di anticipare la capacità di intervento delle forze dell’ordine assicurando un’efficace attività di prevenzione in presenza di comportamenti che risultino concretamente indicativi di pericolo per la libera fruizione da parte della collettività di specifiche aree urbane.

Tra le zone monitorate anche i parchi, compreso il Moretti che, più volte, in passato, era stato individuato come zona di spaccio.

Come concordato mercoledì scorso in sede di Comitato di ordine e sicurezza pubblica, il questore Domenico Farinacci ha definito nel dettaglio il perimetro dell’area che sarà ricompresa tra: viale Trieste, piazzale Oberdan, via Renati, via Caccia, piazzale Osoppo, via San Daniele, piazzale Diacono, viale Bassi, Piazzale Cavedalis, viale Ledra, via Moretti, via Mentana, via Podgora, viale Venezia, piazzale XXVI Luglio, viale Duodo, piazzale Cella, via delle Ferriere, via Marsala, via della Madonnetta, via Picco, viale Palmanova, via Pietro di Brazzà, via Pradamano e via Buttrio.

Da parte sua, l’assessora alla Polizia locale Rosi Toffano, che mercoledì ha partecipato al Comitato insieme al comandante Eros Del Longo, sottolinea:

«La sicurezza in città è molto migliorata, come testimoniano i numeri forniti dal rappresentante del Governo. Noi garantiamo la massima collaborazione, in primis tramite il presidio e l’attività costante della Polizia locale per scongiurare episodi preoccupanti in città. Ben venga la decisione sulle zone rosse. È bene però specificare che si tratta di aree già controllate.

Adesso i soggetti molesti e aggressivi che possono costituire un pericolo per la sicurezza dei cittadini e dei turisti verranno immediatamente allontanati» dice Toffano, che subito aggiunge: «Si tratta di uno strumento in più per accelerare i tempi, ma nel quadro di una continua collaborazione su più livelli d’intervento, anche riguardo alle tante azioni di prevenzione e alla collaborazione tra istituzioni e portatori d’interesse messe in campo da questa amministrazione».

Una di queste riguarda la riqualificazione delle aree dismesse, sia pubbliche che private. Per queste ultime la questione si fa più complessa perché l’amministrazione su aree private non può intervenire direttamente. In particolare, l’Ex Safau o quella nei pressi di via Buttrio, sono di proprietà privata. Negli atti catastali si leggono i nomi di Rfi, del Ministero delle Finanze e della Ital Real Estate, con sede a Bergamo.

«Sono zone sotto osservazione da anni» spiega l’assessore all’Urbanistica Andrea Zini.

«Stiamo mettendo in campo ragionamenti e progettualità per il futuro, ma sono aree private, con diversi proprietari, e qui la competenza comunale è limitata.

Abbiamo mandato una richiesta n Prefettura di un nuovo Comitato Ordine e sicurezza, per far convenire anche i privati, al fine di identificare congiuntamente soluzioni per queste vaste zone in abbandono. È necessario garantire maggiore igiene, sicurezza e vivibilità alle aree residenziali limitrofe».

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