Udine, i disagi nel condominio senza gas: famiglie al freddo con stufe e bombole
Lavori per 10 giorni nello stabile al numero 2 di via Divisione Garibaldi Osoppo, il guasto riguarda due linee dalla strada ai contatori. I residenti: «Ci attrezziamo come meglio possiamo»

Una stufetta elettrica, pasti caldi appena comprati: ci si attrezza, al numero 2 di via Divisione Garibaldi Osoppo, a Udine, anche alla luce delle novità emerse in relazione alla perdita che, dalla mattinata di giovedì 30 gennaio, sta lasciando senza gas né acqua calda 42 appartamenti, 33 le famiglie alloggiate, molte delle quali composte da persone anziane, malate. È più grave del previsto il guasto all’impianto che alimenta la palazzina: sono infatti coinvolte nel problema due linee montanti che, dalla strada, portano ai vani contatori.
A rivelarlo le operazioni condotte direttamente dai tecnici dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale udinese, intervenuti in loco nella mattina di sabato 1 febbraio. Va così a prolungarsi il conto dei giorni che gli inquilini del fabbricato saranno costretti a trascorrere al freddo, senza utenza: per la risoluzione, dunque, servirà attendere almeno l’inizio della settimana prossima, quella del dieci febbraio. Dieci, come minimo, i giorni di lavoro richiesti.
«Ci sono dei problemi di tenuta della linea interrata – spiega allora la presidente di Ater Udine, Vanessa Colosetti –, va per questo sostituita l’intera condotta. Lunedì i nostri operatori inizieranno gli scavi: servirà pazientare per almeno dieci giorni. Purtroppo – aggiunge – non potremo consegnare alcun scaldabagno elettrico, come ipotizzato qualche giorno fa per la palazzina al civico 25, perché la conformazione degli impianti non consente l’installazione. E in più non ci sarebbe il tempo per ordinarli».

Si adoperano come possono perciò i condomini per far fronte ai disagi del caso. Fra gli inquilini del numero 2, ecco il signor Bruno, di 82 anni: sta scaricano dalla sua automobile una stufetta elettrica. «La situazione è abbastanza seria – ci spiega –, devo andare da mia sorella per fare il bagno. Ho provato a farmelo qui, ma con l’acqua fredda ho paura di congelarmi». Tra le mani, mentre si avvia verso l’androne di ingresso, ha una vaschetta di cibo acquistato al supermercato: «Un pasto caldo, non va bene aver tutto freddo».
La signora Giorgina, di anni ne ha quasi settanta, ventinove di questi li ha vissuti proprio in via Divisione Garibaldi Osoppo: «Mio figlio è allettato, qui siamo io e lui, non abbiamo altro posto in cui andare».
Come fatto sapere dall’Ater, infatti, non vi sono altre palazzine arredate, con utenze pronte, in cui poter trasferire le diverse famiglie. «Da quando abito qui non è mai successo niente del genere – racconta la signora Antonina –, vivo qui con mio marito, siamo entrambi invalidi. Compriamo il cibo e per il resto ci arrangiamo. Accendiamo il condizionatore e andiamo avanti».
Da una delle terrazze, un inquilino ci illustra come la sua famiglia andrà incontro ai prossimi giorni di attesa: «Alla vecchia maniera, con una bombola a gas. Certo, per l’acqua invece avremo qualche problema».
Il pensiero di un’altra residente va nuovamente alle persone con problemi di salute: «Io posso andare a mangiare da mia figlia, ma chi è malato come fa?», nella sua borsa della spesa un’altra borsa, sì, ma dell’acqua calda. «Speriamo che non succeda anche a noi», allora, la conclusione di una signora che dimora in un altro palazzo.
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