Udine, dopo otto anni parte il cantiere dell’ex Upim

UDINE. Dopo otto anni di dinieghi, il cantiere per la riqualificazione del palazzo ex Upim può partire. La commissione edilizia di palazzo D’Aronco, entro giugno dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, rilasciare il permesso a costruire al gruppo Rizzani de Eccher.
L’architettura resterà più o meno la stessa anche se l’edificio, una volta ultimato, sarà più alto, ma non supererà il municipio. Nel rispetto dei vincoli urbanistici, i progettisti della società Archest sono riusciti ad alleggerire l’estetica collegando piazzetta Belloni al giardino Morpurgo e a recuperare in altezza, arretrando i piani, le cubature che saranno rimosse per creare il varco.
Il palazzo si svilupperà su due livelli interrati, uno adibito ad autorimessa con 40 posti auto, tre a uso commerciale (l’interrato, il piano terra e il primo) e 5 livelli residenziali per un totale di 31 appartamenti, con accesso da piazzetta Belloni e le vie Cavour e Savorgnana. L’investimento, compreso il costo d’acquisto, raggiunge 44 milioni di euro.
Il progetto è stato presentato, ieri sera, alla commissione consiliare Territorio e ambiente, presieduta da Massimo Ceccon (Innovare). In apertura di seduta, il vicesindaco Carlo Giacomello, si è soffermato sulle destinazioni d’uso, commerciale e abitativo, indispensabili per rianimare il centro.
Nella sua illustrazione, Giovanni Ciaravola, l’amministratore delegato dell’immobiliare Iride del gruppo Rizzani de Eccher, è partito da lontano.
Dal 1920 citando il cinema Eden progettato dall’architetto Provino Valle. Ha ricordato che nel 1958 l’edificio liberty venne sostituito dall’attuale realizzato da “La Rinascente” di Milano, per ripercorrere poi tutte le tappe: l’acquisto avvenuto nel 2009, l’incarico affidato all’archistar Rafael Moneo, la bocciatura della soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici secondo la quale la soluzione proposta da Moneo era troppo impattante, l’approvazione della scheda norma da parte del Comune che nel 2012 consentì la demolizione e la sostituzione dell’esistente.
Fu allora che Moneo firmò un secondo progetto ma pure questo venne bocciato dalla Soprintendenza. «Oggi, grazie a un confronto serrato con la stessa Soprintendenza abbiamo in mano l’autorizzazione a realizzare un intervento di rigenerazione urbana», ha aggiunto Ciaravora prima di elencare le peculiarità dell’operazione proiettata nel futuro senza trascurare il passato.
A iniziare dal nome, «non chiamatelo più ex palazzo Upim bensì palazzo Eden», per finire con le caratteristiche architettoniche che rispetteranno l’idea elaborata da Valle del palazzo cerniera di piazza Libertà, rispettoso delle proporzioni del vicino palazzo D’Aronco. Non ultimo l’uso del vetro suggerito nel 1958 per creare il gioco di luci che riflette tutto ciò che ruota intorno.
Mantenendo lo stesso attacco a terra, l’edificio sarà sottoposto ad adeguamento antisismico attraverso gli isolatori a pendolo, «una tecnologia innovativa – ha aggiunto Ciaravola – largamente diffusa in Giappone e da qualche anno prodotta dal gruppo Rizzani de Eccher in Italia».
Questa tecnologia blocca l’edificio anche se il terreno si muove». Le parti che saranno demolite chirurgicamente per realizzare il collegamento tra piazzetta Belloni e il giardino Morpurgo, saranno ricollocate in sovraelevazione, al quinto e al sesto piano. Salendo la struttura arretrerà». Sparirà la passerella con i portici verso la banca, mentre il passo carraio su via Savorgnana, resterà aperto. Archiviata l’idea dell’accesso sotterraneo da piazza Duomo.
«Il progetto concilia le esigenze di tutti. Rispetto alla soluzione progettata da Moneo per creare un elemento di richiamo, la struttura è meno impattante. Favorisce l’esigenza di rinnovamento senza stravolgere la zona», ha spiegato il presidente del gruppo, Marco de Eccher, ricordando che, rispetto a otto anni fa, è cambiato anche il mercato immobiliare.
E proprio perché l’obiettivo è far rivivere il centro, oltre alla qualità delle residenze il progetto punta anche sugli spazi commerciali. «Vogliamo creare una sorta di magnete, un qualcosa che attragga investimenti. Le manifestazioni di interesse non mancano».
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