Udine, guerra ai piccioni: "Nessuna multa a chi li nutre"

Il Codacons punta il dito contro i vigili urbani: «Il regolamento comunale va fatto rispettare»
Udine 28 Maggio 2015. piccioni © Foto Petrussi TURCO MASSIMO
Udine 28 Maggio 2015. piccioni © Foto Petrussi TURCO MASSIMO
I piccioni finiscono nel mirino del Codacons. L’associazione si unisce alla “battaglia” ingaggiata, ormai da anni, dall’amministrazione comunale. Il guano di questi volatili resta un problema serio per la salute delle persone. Lo ribadisce il Codacons friulano, che conduce una battaglia “antipiccione” promuovendo la diffusione di concime antifecondativo e denunciando condizioni igienico-sanitarie a rischio, causate dagli escrementi degli uccelli, in alcune zone della città.


«Il guano è pericoloso perchè rilascia nell’aria acari rossi nocivi all’uomo, mentre il guano verde è portatore di salmonellosi – spiega Pierluigi Chiarla, attivista del Codacons e referente dell’associazione per la tutela della salute –. Il Comune di Udine ogni anno si impegna a distribuire mangime antifecondativo ai colombi, che altrimenti si riprodurrebbero in sette mesi. Sanzionare coloro che li nutrono con pane o altri mangimi sarebbe la cosa più giusta, visto che esiste una delibera comunale che vieta la somministrazione di cibo. In quella delibera è specificato che è vietato alimentare i piccioni nel periodo compreso fra il primo marzo e il 30 novembre e, in generale, è sempre vietato l’abbandono di cibo su tutto il territorio cittadino. La sanzione per i trasgressori può andare da un minimo di 25 a massimo 500 euro».


«Eppure – prosegue Chiarla –, i vigili non sembrano preoccuparsi di multare questi “salvatori” dei piccioni, che li nutrono con un impegno che rasenta il delirio. Non si possono, per colpa di una decina di animalisti estremisti, sprecare ogni anno oltre 500 mila euro, soltanto in città, in spese per i danni cagionati dai piccioni: tra rifacimento tetti e facciate, pulizia auto, installazione di dissuasori, ogni intervento importante costa almeno diecimila euro, a cui vanno sommati il mangime antifecondativo e l’intervento della forestale che di tanto in tanto, fortunatamente, porta via qualche piccione. Abbatterli infatti è illegale».


Debora Tonello è una residente di via Vittorio Veneto, tra le strade più bersagliate – assieme alla zona del teatro e alle carceri – dal guano dei piccioni. Paga migliaia di euro l’anno per ridipingere la sfigurata facciata rossa della sua palazzina d’epoca. In quell’area i piccioni imbrattano anche i marciapiedi sottostanti, soprattutto nei dintorni del bar Colonna, deturpando un tratto bellissimo della città. Dopo vani richiami ai vicini e denunce ai vigili, la donna si è rivolta al Codacons per ottenere una soluzione al problema; l’associazione lo scorso anno portò il sindaco, in occasione di un incontro informale, a verificare di persona la spiacevole situazione. Honsell si impegnò a far pulire le strade in questione, ma rimane il problema delle persone che continuano, violando la legge, a cibare i volatili.


«I piccioni infestano vaste zone di Udine, in primis – riferisce il Codacons – via Aquileia, via Trieste, via Caccia, via San Daniele, viale Ledra, la zona stazione. Nel mese di marzo sono stati trattati oltre 600 piccioni, ma in città ve ne sono molti di più. Il servizio antifecondativo – a cura di alcuni dell’associazione che ricevono in compenso aiuti spesa dal Comune e dal Codacons – continua da marzo ad ottobre, dal lunedì al venerdì. Ogni sacco di mangime (i piccioni mangiano otto chicchi di grano al giorno) costa al Comune 200 euro, e dura soltanto due giorni, quindi si spendono ben 100 al giorno per evitare che si riproducano, causando seri problemi alla salute di tutti noi».


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