Udine, il capo dell’Ufficio notifiche finisce in cella per l'ammanco di almeno 200 mila euro
Il pm e i giudici non credono che abbia perso i soldi al Lotto. Si indaga su viaggi e spese familiari

UDINE.
Spese personali, come acquisti e viaggi, dal conto corrente postale intestato all’Unep. Altro che la malattia del Lotto. Non credendo a questa versione, la procura ha chiesto e ottenuto l’arresto in carcere del dirigente dell’Ufficio notifiche esecuzioni e protesti di Udine, Antonio Bettino, 52 anni.
Da sabato pomeriggio il capo degli ufficiali giudiziari del tribunale si trova in una cella di via Spalato. È accusato di peculato continuato per almeno 200 mila euro dell’ufficio di cui si è appropriato.
Lui ne ha ammessi forse 300 mila, nell’interrogatorio con cui, secondo il giudice che l’ha arrestato, ha solo cercato di evitare il carcere. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria sono andati a prenderlo in casa a Codroipo notificandogli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Paolo Alessio Vernì e richiesta dal Pm Lorenzo Del Giudice.
Un tenore di vita troppo alto per il suo stipendio: è questa la sintesi d’una ordinanza che picchia duro perché ritiene che Bettino abbia cominciato a delinquere dal primo giorno in cui, nell’aprile 2004, diventò dirigente dell’Unep di Udine. Una “pericolosità sociale” che a parere del giudice è «estremamente allarmante, frutto di una personalità priva di qualsivoglia remora». Si sostiene che «i reati venivano consumati per anni, all’interno del palazzo di giustizia, in modo pienamente consapevole, sotto gli occhi dei collaboratori».
Spese estive al mare, sul lago di Garda e persino a New York. Un “giro” di prelievi dal conto corrente postale dell’Unep per spese personali, con bonifici dallo stesso conto a un altro, in banca, cointestato con la moglie. Insomma, tanto il Pm quanto il Gip non hanno creduto alla versione dei soldi persi al Lotto, che Bettino ha detto essere diventato una malattia. Dalle verifiche bancarie della finanza è risultato che il dirigente e alcuni familiari hanno avuto movimentazioni bancarie in accredito, versamenti di assegni e contanti del tutto incogrui rispetto al loro reddito ufficiale.
Il Lotto? Risulta una sola spesa (di neanche 80 euro) a fine 2008. E il resto? Il quadro investigativo disegna la sistematica omissione degli adempimenti fiscali: essendo Bettino sostituto d’imposta per i 25 dipendenti in organico all’Unep, avrebbe dovuto presentere per lo meno il modello 770, cosa che invece non risulta già dal 2004.
A parere del giudice, il comportamento di Antonio Bettino sembra «essere frutto di un consolidato e cosciente stile di vita». Da qui la valutazione su una pericolosità sociale che deriva anche da due precedenti penali e la convinzione che l’interrogatorio spontaneo dopo che l’ispezione ministeriale era cominciata (ma senza sapere dell’inchiesta già ben avviata) non cancella i sei anni precedenti. Ecco spiegata una delle esigenze cautelari che fanno da puntello alla misura cautelare: il pericolo di reiterazione del reato. A questo si aggiunge quello dell’inquinamento probatorio, che adombra il sospetto d’una situazione contabile e amministrativa ben più drammatica di quella ammessa dallo stesso Bettino.
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