Udine, il direttore della Quiete accusato anche di truffa all’Inps

Martedì udienza preliminare per Guarneri, il vice presidente Gasparin e l’ex presidente della Morpurgo Hoffman
Udine 19 novembre 2012. Conferenza stampa presentazione iniziativa La Quiete. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 19 novembre 2012. Conferenza stampa presentazione iniziativa La Quiete. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

UDINE. Tentato abuso d’ufficio, concussione e, dopo gli accertamenti seguiti al giro di boa delle indagini preliminari, anche truffa aggravata ai danni dell’Inps: sono le ipotesi di reato che la Procura ha formulato a carico di Salvatore Guarneri, 52 anni, di Pordenone, direttore generale dell’Asp “La Quiete”, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che, l’anno scorso, ha investito i vertici dell’azienda di via Sant’Agostino.

Il caso approderà martedì davanti al gup del tribunale di Udine, Francesco Florit, per l’udienza preliminare. Nella vicenda sono coinvolti anche Stefano Gasparin, 55 anni, di Udine, vice presidente della Quiete, accusato in concorso con il direttore della concussione, e Michele Basso, 29, di Udine, tirato in ballo in qualità di allora (e per soli tre mesi) presidente della “Fondazione Morpurgo Hoffman”, e con il quale il pm Marco Panzeri, titolare del fascicolo, ritiene ora che Guarneri abbia realizzato invece la truffa.

Tre, ciascuna distinta dall’altra, le vicende finite sotto la lente dei carabinieri del Nucleo investigativo. La prima investe il solo Guarneri, che nel procedimento è difeso dall’avvocato Maurizio Conti, e si riferisce a un episodio che l’avrebbe visto anticipare a una candidata gli argomenti del concorso pubblico per un’assunzione a tempo determinato alla stessa Quiete.

Circostanza poi non verificatasi - era il gennaio del 2011 -, in quanto la “favorita” decise di non presentarsi alla prova.

Il secondo capo d’imputazione riferisce di fatti del maggio del 2009, quando si trattò di nominare il nuovo direttore generale dell’Asp. Posto che, in tesi accusatoria, Guarneri e Gasparin, assistito dall’avvocato Marcello Perna, di Trieste, fecero in modo fosse assegnato, senza rischi di sorta, al primo dei due.

Abusando del rispettivo potere, avrebbero costretto l’allora Responsabile del procedimento per la verifica dell’ammissibilità delle domande presentate per la selezione pubblica a modificare il testo del verbale che aveva predisposto in bozza e che sarebbe stato portato all’attenzione del Cda.

E lo avrebbero fatto a suon di minacce - balenando, cioè, lo spettro di un licenziamento - e strappando la pagina dal verbale nella quale, tra i requisiti per aggiudicarsi il posto, erano state indicate «competenze e pregresse esperienze professionali» non soltanto «in ambito socio-sanitario», ma anche «di natura giuridico-amministrativa».

Cioè in un settore, nel quale Guarneri non avrebbe potuto vantare alcuna conoscenza.

È con la truffa ipotizzata a carico di Basso, difeso dall’avvocato Luca Ponti, che la posizione di Guarneri siè ulteriormente aggravata: insieme - e non più il solo ex presidente della “Morpurgo Hoffman” - avrebbero realizzato irregolarità contributive nell’operazione di riassorbimento di una parte dei dipendenti posti in mobilità dopo il fallimento di “Promoservice srl”.

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