Udine, il salone di casa Cavazzini dedicato a Claudio Mussato

UDINE. Scomparso due anni e mezzo fa l’ex sindaco Claudio Mussato sarà ricordato a Casa Cavazzini, il museo che ha fortemente voluto affidando il progetto all’architetto Gae Aulenti.
Fu proprio Mussato ad avviare il lungo iter di recupero dell’ex negozio di stoffe donato al Comune dal commerciante Dante Cavazzini. Tenuto conto di tutto ciò e della volontà di ricordare l’ex sindaco in un luogo simbolo della città, la commissione Toponomastica e la giunta Honsell hanno deciso di intitolare a Mussato il salone situato al piano terra del museo di via Cavour.
La decisione ha richiesto alcuni approfondimenti visto che, in prima battuta, la commissione Toponomastica si era vista modificare la proposta dalla giunta che dopo essersi confrontata con la responsabile dei civici musei, Vania Gransinig, per motivi di organizzazione interna al museo avrebbe preferito intitolare al sindaco una sala al primo piano.
Il presidente della commissione Toponomastica, Franco Della Rossa, però non ha mollato e ha ripresentato la proposta in commissione che l’ha riapprovata senza apportare alcuna modifica. A quel punto anche l’esecutivo ha dovuto adeguarsi.
Chiusa la pratica Mussato, la commissione Toponomastica e la giunta hanno intitolato altre aree ad altrettante personalità degne di essere ricordate dalla città. E così l’area verde sul rilevato tra il tribunale e via Crispi porterà il nome dei tre poliziotti che persero la vita in viale Ungheria, nella strage dell’antivigilia di Natale. È un modo per non dimenticare i poliziotti Guido Zanier, Paolo Cragnolino e Adriano Ruttar, morti mentre svolgevano il loro lavoro 17 anni fa.
Porterà il nome della poetessa Novella Cantarutti, invece, il campetto di via Quarto diventato, da qualche settimana, una sorta di centro di accoglienza per richiedenti asilo politico. Qui continuano a dormire i profughi che pur avendo diritto all’accoglienza non trovano spazio nell’ex caserma Cavarzerani di via Cividale.
E se una laterale di via Emilia non poteva che portare il nome di un’altra città dell’Emilia Romagna e diventare, quindi, via Faenza, la commissione Toponomastica ha deciso, infine, di installare un’epigrafe in onore del poeta Giuseppe Ungaretti (1888-1970) in via di Prampero, sul muro dell’edificio al civico 13. Qui aveva sede lo Stabilimento tipografico friulano, lo stesso che pubblicò, in 80 copie, il libro di poesie scritto, nel 1916, da Ungaretti per descrivere le battaglie sul Carso. Si tratta de “Il porto sepolto”.
«Chi passa da quelle parti ritrova quella onorata insegna che l’attuale proprietario con molta sensibilità ha fatto restaurare» scriveva alcune settimane fa, sul nostro giornale, il docente di Storia dell’università di Udine, Umberto Sereni, riferendosi all’insegna dello storico stabilimento auspicando un’iniziativa da parte del Comune.
Quella risposta è arrivata perché, seppur fuori tempo massimo rispetto al centenario della Grande guerra, il Comune ha deciso di posizione una targa che reciterà: «In questo edificio, già sede dello Stabilimento tipografico friulano, fu stampato “Il porto sepolto” di Giuseppe Ungaretti. 16 dicembre 1916”.
L’anima della commissione toponomastica è il presidente Della Rossa che, in sella alla sua bicicletta, gira la città per individuare le area e le strade prive di intestazione che gli consentono di accogliere le numerose richieste di intitolazione che ogni anno arrivano a palazzo D’Aronco.
A queste si aggiungono le sue proposte come quella di intitolare la nuova viabilità di via Pozzuolo al segretario politico e presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro, rapito e ucciso, nel 1978, dalle Brigate rosse.
«La giunta non ha inteso farlo perché, a suo avviso, quel luogo è troppo poco rappresentativo per un personaggio come l’onorevole Moro» spiega Della Rossa, auspicando di riuscire a trovare in tempi rapidi altre strade, in luoghi non abitati e distanti rispetto ad Anton Lazzaro Moro, da trasformare in via Aldo Moro.
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