Udine, imbrattata l’auto di un docente con insulti e minacce di morte
Scritte vergate con uno spray rosso, che hanno scosso a tal punto il professore da costringerlo ad allertare il 112: soccorso dal personale sanitario, è stato trasportato in ospedale a scopo precauzionale

L’auto di Andrea Zilli, docente di sostegno in diverse scuole della provincia e da febbraio giudice onorario della sezione minori della Corte d’Appello di Trieste, è stata presa di mira in via Medici, una laterale di viale Palmanova, a poca distanza dalla stazione ferroviaria: sulla vettura sono state vergate, con una vernice spray rossa, scritte minatorie.
Il docente (che ha all’attivo anche la partecipazione al programma televisivo “Il Collegio”, trasmesso sulle reti Rai), dopo aver trascorso il pomeriggio a Ciconicco per frequentare un corso, aveva raggiunto Udine e quindi parcheggiato la sua Volkswagen Golf in strada, per raggiungere un collega, con il quale ha consumato la cena.
«Un’ora, non di più – ricostruisce Zilli –: abbiamo discusso di un mio nuovo incarico e mangiato un piatto di minestra. Quando sono tornato verso l’auto, ho notato le scritte minatorie sul cofano e sul lato passeggero».
Scritte vergate con uno spray rosso, che hanno scosso a tal punto il professore da costringerlo ad allertare il 112: soccorso dal personale sanitario, è stato trasportato in ospedale a scopo precauzionale.
«Stavo per svenire, mi sono sentito male. E devo dire che mi ha colpito il fatto di essere stato subito sottoposto a test tossicologico: quasi una beffa, considerato il danno morale e fisico appena subito», spiega.
Il professore ha sporto denuncia alla Squadra Mobile della questura di Udine, che ora indagherà per tentare di risalire agli autori del danneggiamento. «Non mi sono dato una spiegazione: escluderei l’ambito scolastico, perché ritengo di essere apprezzato dagli studenti e dalle loro famiglie.
Credo che i motivi vadano ricercati nella mia partecipazione alla trasmissione televisiva o ad alcuni miei testi dedicati al tema dei femminicidi», conclude Zilli.
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