Udine, Insider nei guai: cento dipendenti a casa

Barbaro (Fim-Cisl): «Firmato un accordo ponte fino al termine del mese». L’azienda al centro di un’inchiesta della Procura
La produzione industriale ad aprile ha messo a segno un balzo dell'1% (dato destagionalizzato) rispetto a marzo e una crescita del 3,7% (dato corretto per gli effetti di calendario) su base annua, lo rileva l'Istat oggi 13 giugno 2011. ANSA/GIORGIO BENVENUTI
La produzione industriale ad aprile ha messo a segno un balzo dell'1% (dato destagionalizzato) rispetto a marzo e una crescita del 3,7% (dato corretto per gli effetti di calendario) su base annua, lo rileva l'Istat oggi 13 giugno 2011. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

UDINE. A casa senza stipendio e senza nemmeno la prospettiva di poter ricominciare a lavorare. Sono giorni difficili per i cento dipendenti della “Insider srl”, società di capitali con sede di via Gorghi che opera nel settore della meccanica generale. L’azienda è finita nel mirino della Guardia di finanza per la presunta creazione di un trust che sarebbe stato ideato per evadere milioni di euro al Fisco. I risvolti giudiziari sono emersi con il maxi-sequestro autorizzato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine su richiesta della Procura della Repubblica per un valore di 4 milioni di euro. Destinataria del provvedimento la legale rappresentante dell’azienda Fabiana Pol.

Quello che però non era ancora emerso era l’aspetto sociale della vicenda. «Sono un centinaio i dipendenti dell’azienda – riferisce Francesco Barbaro della Fim-Cisl che sta seguendo la vertenza sindacale – si occupano di interventi di manutenzione si presso l’Abs sia alla Pittini, ma da un paio di mesi sono stati lasciati a casa senza stipendio».

Si tratta di operai che hanno le più svariate età, gran parte di loro risiede a Udine o nei comuni limitrofi, molti sono di origine straniera.

«Abbiamo avviato le trattative con l’azienda per assicurare ammortizzatori sociali ai lavoratori – aggiunge – e recentemente siamo riusciti a concludere un accordo ponte che assicurerà loro la cassa integrazione ordinaria fino alla fine del mese» assicura Barbaro.

Un accordo con efficacia retroattiva destinato a garantire una fonte di sostentamento alle maestranze a partire dal 2 gennaio. Ma si tratta di un intervento tampone che garantirà risorse ai dipendenti solo fino alla fine del mese, e i problemi restano visto che, alla luce della non facile situazione finanziaria della società per i dipendenti resta l’incognita del futuro. La Fim–Cisl è impegnata proprio su questo fronte. «Abbiamo avviato le trattative per ottenere la cassa integrazione straordinaria per un anno - assicura Barbaro – e sia pur in una situazione piuttosto delicata speriamo di siglare un accordo a Trieste a breve».

Tuttora in corso, infatti, le indagini per la presunta frode fiscale che, secondo la tesi accusatoria, sarebbe stata architettata dalla Pol con la creazione di un trust con sede e uffici a Monfalcone al quale sarebbero affluiti i guadagni della società frutto di evasione.

Tutto è partito da una verifica fiscale nell’ambito della quale sarebbe spuntata una fattura da 200 mila euro. Un documento fasullo per gli uomini delle Fiamme gialle, che sarebbe stato emesso allo scopo di ottenere un indebito abbattimento del reddito soggetto a tassazione.

Le indagini avviate dalla Compagnia della Guardia di finanza di Udine avrebbero quindi individuato un lungo elenco di fatturazioni e trasferimenti sospetti: da un lato somme che affluivano al trust attraverso i bonifici, dall’altro la concessione, sulla base di dubbi rapporti commerciali, si finanziamenti mai restituiti.

Così facendo, sarebbero state sottratte all’Erario somme per 4 milioni di euro. A tanto ammonta il sequestro per equivalente disposto del Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Udine. Indipendentemente dagli accertamenti fiscali e dagli esiti delle indagini coordinate dalla Procura, però, la situazione dell’azienda “Insider” resta preoccupante e le sorti dei lavoratori sono tuttora incerte.

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