Udine, la banda delle slot lascia le famiglie a piedi
UDINE. Quanto ci costano le scorrerie della banda dei videopoker? Ad ogni colpo messo a segno in Friuli c’è una famiglia che dice addio alla sua auto, che magari è anche l’unico mezzo per andare al lavoro e per portare i figli a scuola.
Tutte le volte sono migliaia e migliaia di euro che se ne vanno. Soldi ai quali vanno sommate le notti insonni e le ansie legate al fatto che qualcuno durante la notte è entrato nel nostro giardino oppure nel nostro garage e potrebbe farlo di nuovo.
Anche nella notte tra venerdì e sabato i ladri di macchine non hanno certo dormito. Hanno preso una Volkswagen a Tavagnacco, nella zona di viale Trieste, per poi abbandonarla poco distante.
E a Majano da una carrozzeria sono sparite una Mercedes e un’Alfa Romeo 147. I banditi non hanno risparmiato nemmeno una Peugeot 205 che era parcheggiata nel cortile di una casa a Bertiolo.
A raccontare l’inquietudine, il senso di insicurezza e la rabbia «per il fatto che questi malviventi quasi mai pagano per i loro reati, per la paura che seminano e per i danni che arrecano» è una coppia di udinesi che abita in una laterale di via Cividale.
Domenica scorsa sono stati derubati della loro Volvo, auto che, quella stessa notte, è stata usata per portare via le slot-machine dal bar Gli amici di via Palmarina, a San Giovanni al Natisone.
«Della nostra macchina - raccontano -, non è rimasto nulla, se non una parte della targa anteriore. I ladri l’hanno incendiata e lasciata bruciare dopo averla portata in un posto quasi irraggiungibile, sul greto del Torre, in Comune di Remanzacco».
La vettura è stata ritrovata mercoledì. Un cacciatore ha notato la carcassa carbonizzata e ha informato i carabinieri. I militari, che già avevano ricevuto la denuncia di furto, proprio grazie a quel pezzettino di targa sono riusciti a risalire al proprietario.
«L’auto è del mio compagno - sottolinea la signora - ed era un ricordo di suo padre. Insomma, aveva un grande valore affettivo, tralasciando gli aspetti economici e la necessità ora di procurarsi un altro veicolo».
Per i cittadini il vero problema è sapere che il più delle volte questi individui riescono a garantirsi l’impunità e, anche nei casi in cui vengono arrestati, spesso tornano liberi pochi giorni dopo.
«Tutti dobbiamo collaborare con le forze dell’ordine - esorta la coppia -, anche per questo abbiamo raccontato la nostra disavventura. Come è possibile che tre o quattro banditi non vengano notati da nessuno? È indispensabile creare una rete civica di solidarietà per non essere più vittime di queste formazioni criminali».
Mercoledì verso le 23 la coppia si è recata nella zona di Cerneglons, dove era stata lasciata la macchina. «Era su un ghiaione, alla fine di una stradina bianca, un posto in cui si sprofondava. Una scena inquietante. Spero che d’ora in poi altri non debbano vivere esperienze del genere e che gli autori di questo scempio possano essere bloccati e pagare le conseguenze dei danni morali e materiali che provocano a “normali cittadini”.
Chiunque riesca a ricordare qualche dettaglio lo segnali alle forze dell’ordine. Di certo io non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa del genere a Udine, tra l’altro in un luogo non molto distante dalla caserma dei carabinieri».
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