Udine, l’ospedale arriva nelle case dei pazienti con la telemedicina

Cristian Rigo
2020
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UDINE. L’ospedale entra nelle case dei pazienti grazie alla telemedicina. Nato per far fronte all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, il progetto messo a punto dal professore Massimo Robiony e dalla sua équipe della Soc clinica di chirurgia maxillofacciale, potrebbe aprire le porte a un nuovo modo di pensare l’assistenza medica azzerando le distanze tra medico e malato, ma anche quelle tra i presidi ambulatoriali periferici e i grandi ospedali.

Una vera e propria rivoluzione che l’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale (AsuFc) intende estendere ad altri reparti, a cominciare da gastroenterologia e dalla chirurgia cardiovascolare che potrebbero avviare una sperimentazione in breve visti anche gli ottimi riscontri avuti nei 263 teleconsulti effettuati dall’aprile del 2020 a oggi.

«I progetti di Teleoncologia e Teletrauma sono strategici per lo sviluppo del sistema sanitario del Fvg - ha sottolineato il governatore Massimiliano Fedriga che ieri si è collegato con l’ospedale di Udine per la presentazione -. La loro validità è stata riconosciuta a livello nazionale, tant’è che sono stati inseriti nelle migliori iniziative avviate dalle pubbliche amministrazioni in Italia.

La Regione Fvg crede moltissimo nelle nuove tecnologie: la loro applicazione in telemedicina dà la possibilità di condividere nozioni e informazioni preziosissime ai nostri medici che saranno in grado di raggiungere i pazienti anche in aree periferiche, come la montagna, con un continuo monitoraggio».

Grazie al progetto di teleoncologia l’équipe della clinica di chirurgia maxillofacciale ha potuto assistere a distanza i pazienti operati per tumore ai quali, prima delle dimissioni, è stato consegnato un tablet per collegarsi con i medici che così hanno potuto monitorare la guarigione attraverso una televisita di controllo.

Con la teletraumatologia è possibile portare avanti un percorso clinico integrato con una consultazione multi professionale condiviso tra l’ospedale hub e i centri spoke sparsi sul territorio per il trattamento delle emergenze.

«Di fatto - ha illustrato il professore Robiony - si mettono in rete gli specialisti del centro hub e i medici dei pronto soccorso per definire la diagnosi in modo rapido e accurato». E senza trasferire il paziente.

«Questo progetto parla anche di rivoluzione culturale - ha rimarcato il vicegovernatore Riccardo Riccardi -. Nasce per dare risposte appropriate nel momento più corretto, e nello spazio maggiormente idoneo, alla domanda di salute dei cittadini.

Ha il beneficio di servire aree marginali che dovranno essere infrastrutturate per la copertura internet; ha i benefici di contenere i costi, ottimizzare le risorse, far lavorare meglio i professionisti della salute e soprattutto di rispondere alle esigenze della comunità del Fvg».

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