Udine, l’ospedale arriva nelle case dei pazienti con la telemedicina
UDINE. L’ospedale entra nelle case dei pazienti grazie alla telemedicina. Nato per far fronte all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, il progetto messo a punto dal professore Massimo Robiony e dalla sua équipe della Soc clinica di chirurgia maxillofacciale, potrebbe aprire le porte a un nuovo modo di pensare l’assistenza medica azzerando le distanze tra medico e malato, ma anche quelle tra i presidi ambulatoriali periferici e i grandi ospedali.
Una vera e propria rivoluzione che l’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale (AsuFc) intende estendere ad altri reparti, a cominciare da gastroenterologia e dalla chirurgia cardiovascolare che potrebbero avviare una sperimentazione in breve visti anche gli ottimi riscontri avuti nei 263 teleconsulti effettuati dall’aprile del 2020 a oggi.
«I progetti di Teleoncologia e Teletrauma sono strategici per lo sviluppo del sistema sanitario del Fvg - ha sottolineato il governatore Massimiliano Fedriga che ieri si è collegato con l’ospedale di Udine per la presentazione -. La loro validità è stata riconosciuta a livello nazionale, tant’è che sono stati inseriti nelle migliori iniziative avviate dalle pubbliche amministrazioni in Italia.
La Regione Fvg crede moltissimo nelle nuove tecnologie: la loro applicazione in telemedicina dà la possibilità di condividere nozioni e informazioni preziosissime ai nostri medici che saranno in grado di raggiungere i pazienti anche in aree periferiche, come la montagna, con un continuo monitoraggio».
Grazie al progetto di teleoncologia l’équipe della clinica di chirurgia maxillofacciale ha potuto assistere a distanza i pazienti operati per tumore ai quali, prima delle dimissioni, è stato consegnato un tablet per collegarsi con i medici che così hanno potuto monitorare la guarigione attraverso una televisita di controllo.
Con la teletraumatologia è possibile portare avanti un percorso clinico integrato con una consultazione multi professionale condiviso tra l’ospedale hub e i centri spoke sparsi sul territorio per il trattamento delle emergenze.
«Di fatto - ha illustrato il professore Robiony - si mettono in rete gli specialisti del centro hub e i medici dei pronto soccorso per definire la diagnosi in modo rapido e accurato». E senza trasferire il paziente.
«Questo progetto parla anche di rivoluzione culturale - ha rimarcato il vicegovernatore Riccardo Riccardi -. Nasce per dare risposte appropriate nel momento più corretto, e nello spazio maggiormente idoneo, alla domanda di salute dei cittadini.
Ha il beneficio di servire aree marginali che dovranno essere infrastrutturate per la copertura internet; ha i benefici di contenere i costi, ottimizzare le risorse, far lavorare meglio i professionisti della salute e soprattutto di rispondere alle esigenze della comunità del Fvg».
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