Udine, matrimoni anche sotto la loggia del Lionello

UDINE. Che si celebrino sempre meno matrimoni, soprattutto in chiesa, è ormai un dato assodato e se il trend di questo 2016 sarà confermato, quello che si sta per chiudere sarà in assoluto l’anno con meno cerimonie nuziali, solo 19 al mese contro i 22 del 2015 che aveva eguagliato il minimo storico di 265 sì, fatto segnare anche nel 2013.
Chi si sposa però cerca sempre più spesso una cornice da sogno per fare da sfondo al momento tanto atteso e allora ecco che il Comune sta pensando di mettere a disposizione anche la loggia del Lionello per chi deciderà di sposarsi nel capoluogo friulano.
Perché a sposarsi a Palazzo D’Aronco o in castello non sono solo gli udinesi. Dei 174 matrimoni celebrati a Udine da gennaio al 30 settembre di quest’anno ben 24 hanno visti protagonisti una coppia di non residenti. Moglie e marito che vivono altrove ma si promettono amore eterno in Comune a Udine.
E non è ancora finita. Perché 5 di quelle coppie di fidanzati non soltanto non erano residenti in Friuli, ma nemmeno in Italia. Dieci stranieri che evidentemente si sono innamorati di Udine al punto da decidere di dirsi il sì più importante della vita in una città che pur non rientrando ai primi posti della classifica delle mete più ambite dal punto di vista turistico, è apprezzata e richiesta da un numero sempre maggior di futuri sposti.
«Stiamo ragionando con gli uffici - spiega l’assessore ai Diritti, Antonella Nonino che sta lavorando al progetto insieme al collega Alessandro Venanzi che ha la delega al Turismo - per cercare di creare tutta una serie di servizi ad hoc finalizzati a fare in modo che chi scelga Udine per sposarsi possa vivere un momento davvero speciale. Ovviamente abbiamo subito pensato di mettere a disposizione la loggia del Lionello che è una cornice da sogno, ma richiede particolare attenzione.
Ci sono infatti da fare delle valutazioni per quanto concerne la sicurezza e anche la possibilità di garantire l’accesso a un pubblico ristretto (l’idea è quella di non andare oltre le 30 sedie anche perché non sarà possibile fare alcun tipo di installazione, ci sarà solo il tavolo per le celebrazioni) garantendo contemporaneamente la necessaria riservatezza agli sposi».
Il Comune sta anche pensando a come promuovere le nuove opportunità che saranno offerte ai futuri sposi. L’obiettivo è infatti quello di trasformare i matrimoni in un’opportunità turistica. «Anche perché chi si sposa qui solitamente poi si ferma qui a mangiare e i turisti inevitabilmente si rivolgono alle strutture alberghiere della zona», sottolinea la Nonino. Il matrimonio insomma è un evento che porta con sé importanti ricadute economiche. «Senza contare - aggiunge l’assessore - i servizi fotografici (e gli immancabili selfie, ndr) che poi vengono veicolati e diventano a loro volta strumento di promozione».
Al momento sono quattro le location disponibili per sposarsi: la sala di via Beato Odorico da Pordenone che è gratuita per tutti e disponibile tutte le mattine da lunedì a sabato e i pomeriggi di lunedì e giovedì; il salone del popolo di palazzo D’Aronco (da lunedì a venerdì mattina e giovedì pomeriggio al costo di 60 euro per i residenti e 160 per i non residenti, venerdì e sabato pomeriggio 750 per i residenti e mille i non, sabato mattina 120 e 320); la sala della loggia del Lionello (da lunedì a venerdì mattina più i pomeriggi di lunedì e giovedì 90 per i residenti e 200 per i non residenti, venerdì e sabato pomeriggio 750 per i residenti e mille per i non residenti, sabato mattina, 180 e 400); e il salone del parlamento in castello (da martedì a venerdì mattina e sabato pomeriggio 500 per i residenti e 750 per i non residenti e sabato mattina 620 e mille).
Per quanto riguarda invece l’andamento dei matrimoni degli ultimi 32 anni si nota come in passato i riti religiosi erano quasi il doppio di quelli civili: nel 1984 (anno in cui partono le rilevazioni riportate sul sito del Comune) su un totale di 355 i matrimoni in chiesa erano 222, quelli in Comune 133.
L’inversione di tendenza si è registrata nel 1996: 151 in chiesa e 195 in Comune, forbice che si è via via allargata fino all’anno scorso quando i matrimoni religiosi sono stati appena 68 contro i 197 civili: 3 su 4 scelgono il Comune.
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