Udine: pochi nati, calano i residenti e tornano a crescere gli stranieri

La novità, che almeno in parte ha compensato il saldo naturale, è data dall’incremento di cittadini stranieri: erano 13.776 nel 2020, sono 14.235 con un incremento di 459 unità nel corso dell’ultimo anno

Cristian Rigo

UDINE. Il numero dei residenti continua a calare: erano 98.551 al 31 dicembre del 2020 ed esattamente 12 mesi dopo sono 98.324 con una riduzione di 227 unità che allontana sempre più quota 100 mila abitanti, sempre solo sfiorata dal 2010 a oggi, ma raggiunta l’ultima volta nel lontano 1986.

Attenzione però, perché d’ora in avanti i dati di riferimento non saranno più quelli elaborati dall’Anagrafe, che conto del numero di persone effettivamente iscritte nei registri comunali, ma quelli dell’Istat che, a partire dal 2018, ha avviato un censimento permanente che coinvolge un campione di popolazione, sulla base del quale l’Istituto nazionale di statistica ha elaborato delle stime rispetto alle persone che hanno effettiva dimora abituale sul territorio.

Una persona anziana ospite di una Casa di riposo, per esempio, non è iscritta all’anagrafe, ma di fatto vive in città e potrebbe quindi rientrare nella “fotografia” scattata dall’Inps e lo stesso vale, al contrario, per uno straniero che ha fatto ritorno nel Paese d’origine senza comunicarlo all’anagrafe. Per la cancellazione ufficiale passano anni mentre l’archivio integrato dei dimoranti abitualmente in Italia potrebbe rilevare prima il movimento. Ecco perché i due dati possono differire.

Prendendo in esame quelli anagrafici, dal 2017 a oggi il dato è in costante calo e dai 99.518 siamo passati a 98.324 con una perdita di 1.194. Per quanto riguarda l’Istat invece nel 2019 la popolazione udinese aveva superato di 170 unità quota 100 mila (la differenza rispetto al dato anagrafico era positiva per 1.221 persone) salvo poi scendere a 98.156 nel 2020 (con una differenza, questa volta negativa di 395 unità) e a 97.853 nel 2021 prendendo come riferimento l’ultimo dato disponibile che risale al 30 novembre. Insomma, se nel 2019 l’Istat riteneva sottostimato il dato dell’anagrafe, adesso invece risulta essere sovrastimato: la “fuga” reale di residenti sarebbe insomma ancora più marcata di quella registrata dall’anagrafe.

Che pure è abbastanza marcata e si spiega in modo inequivocabile prendendo in considerazione il saldo naturale, ossia la differenza tra i nati e i morti che da oltre 20 anni è negativa. Dal 2000 a oggi i decessi superano le nascite. E negli ultimi due anni, anche a causa della pandemia (i decessi legati al Covid registrati in città dall’inizio dell’emergenza sono 447) la forbice si è ulteriormente allargata: nel 2020 ci sono stati 1.249 morti e 651 nati con un saldo negativo di 598 e lo scorso anno 1.557 decessi e 642 nascite con un saldo negativo di 915.

La novità, che almeno in parte ha compensato il saldo naturale, è data dall’incremento di cittadini stranieri: erano 13.776 nel 2020, sono 14.235 con un incremento di 459 unità nel corso dell’ultimo anno. Un dato in controtendenza visto che dal 2017 anche il numero degli stranieri residenti aveva registrato un leggero, ma costante, calo. Altro aspetto da prendere in considerazione è il saldo migratorio che prende in esame le iscrizioni all’anagrafe e le cancellazioni nel 2021 è risultato positivo per 690 unità (gli iscritti sono stati 4.208 e i cancellati 3.518) mentre nel 2020 era stato positivo per 200 persone. «La conferma - osserva l’assessore all’Anagrafe, Alessandro Ciani - che Udine è attrattiva visto che molte persone scelgono di trasferirsi nel capoluogo».

Tornando agli stranieri, la cittadinanza più numerosa resta quella romena con 2.639 residenti, seguita da quella albanese (1.657) e ucraina (1.194). Gli altri Paesi più rappresentati in città sono Ghana (776), Nigeria (630), Serbia (581) e Cina (554). Prendendo in esame le fasce di età, la più numerosa è quella dai 40 ai 64 anni con 36.247 udinesi seguita dagli over 65 (26.097) da quella compresa tra 15 e 39 (24.995) e dalla 0-14 che conta “solo” 10.985 bambini. 

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