Udine, raccolta fondi per poter aiutare un bimbo malato che sogna di diventare un portiere

UDINE. Sogna di giocare a calcio, nel ruolo di portiere dove dicono sia molto bravo, e di incontrare i suoi beniamini dell’Udinese.
Da quando si è ammalato, circa due anni fa, Tommaso (nome di fantasia) ha rinunciato agli allenamenti perché le sue forze non glielo consentono, ma appena può, tra una terapia e una seduta di riabilitazione, si mette davanti alla rete e assieme ai suoi amici torna a sognare.
Tommaso ha dieci anni e da quando ne aveva otto convive con un tumore al cervello. L’anno scorso ha subìto un delicato intervento chirurgico e le sue capacità motorie e quelle legate alla sfera dei linguaggio sono state in parte compromesse.
Per questo necessita di una riabilitazione particolare, molto intensiva, e i suoi genitori hanno individuato in una struttura della Slovacchia il luogo più adatto a seguire il proprio bambino e si sono rivolti all’associazione Casa di Joy, che fornisce un aiuto alle famiglie con bimbi malati.
«Le spese per il trattamento e il soggiorno non sono però alla loro portata – spiega Rita De Rienzo, presidente del sodalizio – e il nostro aiuto non è sufficiente. Ci siamo rivolti a all’associazione Adriana per i bambini onlus, che ha fornito subito il proprio supporto, ma non basta ancora.
Ecco perché rivolgiamo un appello alla generosità dei cittadini: servirebbero circa 8 mila euro per pagare le spese e offrire un percorso riabilitativo su misura nella Clinica intensiva Adeli Center. In questa struttura – chiarisce De Rienzo – lavora una équipe medica che si occuperebbe del bambino con un programma personalizzato: otto ore al giorno di esercizi mirati in base alla sua storia clinica.
L’obiettivo è di stimolare l’area del linguaggio e la deambulazione del piccolo, che ora cammina con il sostegno di un adulto ma si stanca subito». In poche parole si vuole che il bimbo torni ad essere il più autonomo possibile, sempre tenendo conto della sua delicata situazione complessiva.
Come spesso accade, anche nel caso di Tommaso la diagnosi è arrivata come un fulmine a ciel sereno, con i sintomi scambiati inizialmente per qualcosa di meno invasivo.
Quella che sembrava una gastroenterite, con episodi di febbriciattola e vomito, si è rivelata poi nella sua vera, drammatica veste, accertamento dopo accertamento. Tumore al cervello. A otto anni. E una famiglia che, di colpo, si trova a combattere contro qualcosa che toglie certezze, che mina le fondamenta del senso stesso dell’esistenza. Talmente grande che è impensabile affrontare da soli.
I genitori sono entrarti in contatto con l’associazione Casa di Joy, nata nel ricordo di Antonio Gabriele Papa, figlio della stessa Rita, scomparso tre anni fa a causa di un neuroblastoma. «Quello che non è stato possibile fare per mio figlio – spiega De Rienzo – vorremmo potesse essere fatto per gli altri bambini malati. Ecco perché abbiamo a cuore la storia di questo bimbo, così come quelle di tutti i piccoli entrati a far parte della nostra famiglia». Il bambino un anno fa è stato operato a Udine ed è seguito al Cro di Aviano.
«Ha riportato importanti conseguenze – considera Di Rienzo – e dopo un anno di terapia si stanno ottenendo ottimi risultati, grazie anche alla mamma che lo stimola continuamente. Una intensificazione della riabilitazione potrebbe migliorare la sua situazione. Non esistono però convenzioni con il sistema sanitario nazionale per le terapie in Slovacchia».
«La Clinica pediatrica – spiega la professoressa Paola Cogo, direttore della struttura – da un paio d’anni ha iniziato un percorso di diagnosi precoce di alterazioni neuropsicologiche di bambini sottoposti a intervento neurochirurgico per problemi oncologici.
I bimbi sono sottoposti a test approfonditi e una équipe multidisciplinare costituita da pediatra, neuropsichiatra, psicologo, infermiere dedicato e neurologo riabilitatore decide il piano terapeutico e, a seconda delle competenze, il bambino è seguito in Clinica pediatrica o al Gervasutta.
Le unità operative coinvolte nel progetto sono la Neuropsichiatria infantile, diretta da Rossella Zanetti, e il centro di riabilitazione patologie ad esordio infantile, diretto da Flavio D’Osualdo. C’è ancora molto da fare per migliorare, ma è importante essere partiti».
Chi vuole aiutare Tommaso e la sua famiglia può contattare la Casa di Joy al 340 2100683 o fare una donazione (Iban: IT56J0335901600100000141232). E anche chi fosse interessato a svolgere volontariato alla Casa di Joy, può chiamare l’associazione.
«Chiediamo un impegno saltuario, ma serio – precisa infine la presidente –, di un paio di volte al mese per organizzare feste e laboratori».
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