Udine, tariffe congelate a La Quiete: non ci saranno aumenti per le rette degli ospiti

La soddisfazione del presidente Bertossi: «Adottata una politica gestionale molto oculata». Unica nota dolente per la struttura è legata all’impasse sulla gestione della casa-albergo I Faggi di via Micesio

Alessandro Cesare

Non ci sarà alcun aumento per le rette dell’Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp) La Quiete di via Sant’Agostino. Una buona notizia che riguarda tutti gli ospiti della struttura, sia autosufficienti sia non autosufficienti. Il merito, come rimarca il presidente Alberto Bertossi, è da ricercare in una gestione oculata messa in campo nell’ultimo anno, tale da aver permesso di mettere da parte un tesoretto utilizzabile per il congelamento delle tariffe in questo 2025.

Costi fermi da un anno

L’ultima volta che il consiglio di amministrazione de La Quiete ha deliberato un ritocco all’insù delle tariffe è stato alla fine del dicembre 2023, con un incremento medio dell’8% (5 euro circa al giorno)a partire dal gennaio 2024.

I costi così delineati oscillano, al netto dei contributi regionali e statali per l’abbattimento delle rette, tra i 71,60 euro giornalieri per una stanza con due letti ai 78,70 euro giornalieri per stanze con un letto (i costi mensili, quindi, vanno dai 2.148 euro ai 2.361 euro al mese). È previsto un abbassamento di ulteriori 2,50 euro e di 1,50 euro in base alle fasce Isee.

 

Fuori dalla convenzione con il sistema sanitario nazionale, invece, i costi salgono notevolmente, assestandosi sui 119,50 euro al giorno per una stanza con un letto, sui 103 euro per una con due letti e a 100 euro per una con tre letti.

La spiegazione di Bertossi

«Le tariffe restano bloccate – ha ricordato – grazie a una politica gestionale molto attenta, della quale non posso fare altro che complimentarmi con gli uffici della direzione. Ciò che siamo riusciti ad accantonare nel 2024 ci permetterà di affrontare l’anno senza ricorrere ad aiuti esterni, facendo fronte agli aumenti previsti sul fronte del costo del personale in autonomia».

Il riferimento di Bertossi è alla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale Uneba 2023-2025 per gli operatori socio-sanitari.

Sul fronte economico il nuovo contratto prevede un aumento complessivo a regime del 10,4%, pari a 145 euro medi lordi sul livello 4S, distribuiti in tre tranche: 70 euro a partire da ottobre 2024, 50 euro da luglio 2025 e 25 euro da marzo 2026.

«Riuscire a farcela da soli – ha sottolineato il presidente de La Quiete – è motivo di vanto per noi, in quanto altre Asp sono state costrette a ritoccare le tariffe, chiedendo una proroga per l’approvazione del bilancio preventivo fino al mese di marzo. Da parte nostra l’attuale Cda – ha aggiunto – è riuscita a chiudere i conti entro il 30 dicembre». L’ha ripetuto con soddisfazione il presidente, proprio a voler rimarcare il traguardo raggiunto.

I numeri

Con il progressivo invecchiamento della popolazione, le strutture che offrono assistenza agli anziani non conoscono crisi. E La Quiete non è da meno. «Le nostre strutture sono sempre piene e abbiamo liste d’attesa di un centinaio di utenti», ha anticipato Bertossi. Attualmente La Quiete ospita 375 persone nella residenza protetta dedicata agli anziani non autosufficienti e 60 persone nella Residenza sanitaria assistenziale(Rsa).

L’incognita Faggi

Unica nota dolente dell’Asp La Quiete resta quella relativa alla casa albergo I Faggi di via Micesio. Da mesi al centro della polemica politica. Tra ipotesi di chiusura, di rilancio e di vendita, per ora la situazione resta di stallo. «È tutto fermo, stiamo valutando come procedere», ha chiuso Bertossi, liquidando la questione in due parole.

La struttura ha un potenziale di 76 alloggi con 123 posti letto ma non potendo essere occupata completamente a causa dei lavori di manutenzione di cui necessita, non è più redditizia. Qualcosa dovrà essere fatto ma, vista la distanza emersa tra il presidente Bertossi e l’assessore comunale Stefano Gasparin, appare plausibile che il momento di impasse possa essere superato se, come sembra, il sindaco Alberto Felice De Toni deciderà di rimescolare alcune deleghe tra i suoi assessori, tra cui proprio quella alla Salute di Gasparin. Per il futuro de I Faggi, quindi, servirà ancora un po di tempo.

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