Udine, vende la casa perchè vuole donare un macchinario all’ospedale

La decisione del veterinario Gabriele Calvani dopo la morte della moglie. «Vorrei dare a chi ha problemi di vista una possibilità che lei non ha avuto»

UDINE. Ha venduto ciò che aveva per offrire a chi rischia la cecità un’opportunità che sua moglie non ha avuto. Perchè i legami che contano non si spezzano. Nemmeno con la morte.

Così Gabriele Calvani, a 87 anni, ha donato all’ospedale di Udine un’apparecchiatura da 257 mila euro. Un simulatore per la micro-chirurgia oculare sul quale potranno esercitarsi medici italiani, ma anche sloveni e austriaci.

Quella fra Gabriele Calvani e Maria Masieri, uniti in matrimonio da un sacerdote nel 1967, divisi dalla morte di lei due anni fa, è stata un’unione profonda, simbiotica.

Lui, giovane veterinario udinese che lavorava per la sanità friulana, la conobbe mentre girava come una trottola da un’azienda agricola all’altra. Si innamorò di quella ragazza di Villa Santina, così legata alle sue montagne, e la sposò portandosela in città.

Durante la sua carriera, che lo vide diventare caposettore, Maria gli fu sempre accanto. Insieme amavano affrontare sentieri e ripide salite per trascorrere le giornate assolate durante l’estate nella casa che avevano acquistato ai laghi di Fusine.

Una vita piena la loro, malgrado la mancanza di figli, sconvolta, otto anni fa, dall’insorgenza della maculopatia, una nebbia sottile che offuscò gli occhi di Maria fino a ottenebrarli, rendendola completamente cieca.

Gabriele si prese cura di lei e le rimase accanto fino a quando, due anni fa, lei morì. Gli ci volle del tempo per elaborare quel lutto e dare un senso alla perdita.

Così, un giorno chiamò a raccolta gli eredi più prossimi – i nipoti – per metterli al corrente della propria decisione. «Se voi siete d’accordo – disse – per onorare la memoria di vostra zia vorrei lasciare qualcosa alla comunità e aiutare a trovare una cura per chi ha problemi di vista, formando degli specialisti e preparandoli a intervenire sui pazienti in maniera rapida ed efficace».

La risposta è stata unanime. «Abbiamo sostenuto la sua decisione e lo abbiamo aiutato» commenta Roberto Calvani, presidente dell’Ordine degli psicologi del Friuli Venezia Giulia, uno dei cinque nipoti. Gabriele ha voluto spogliarsi di gran parte dei suoi beni, compresa la casa ai Laghi di Fusine che scandì le estati montane trascorse dalla coppia.

«A me basta la mia abitazione e la pensione» tagliò corto.

«Abbiamo contattato il professor Paolo Lanzetta, direttore della clinica di Oculistica all’Asuiud per verificare come avremmo potuto impiegare quei soldi e dare un contributo alla sanità pubblica – spiega il nipote Roberto Calvani – ci è stata segnalata l’opportunità di acquistare un simulatore, il secondo in Italia, per creare un centro di formazione dedicato ai giovani medici».

Il senato accademico ha dato il proprio assenso e il macchinario è arrivato a ottobre. «Purtroppo però – spiega Calvani – l’ospedale non aveva ancora trovato uno spazio nel quale sistemarlo, quindi lo abbiano depositato in uno studio privato in attesa che venisse individuata una sede idonea.

Abbiamo sollecitato in tal senso il direttore generale Mauro Delendi e anche l’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca e, alla fine, una soluzione è stata individuata».

Il simulatore sarà collocato in un’area dismessa per le attività sanitarie nel seminterrato del padiglione 3 che dovrà essere debitamente attrezzato, il Centro di simulazione oftalmico sarà inaugurato il 12 aprile.

Potrà contare su uno strumento che offre un ambiente realistico in cui fare pratica e permettere allo studente, o al professionista in addestramento, di sviluppare le corrette capacità motorie necessarie per effettuare qualsiasi intervento.

Il futuro chirurgo, avvalendosi di questo tipo di tecnologia, potrà effettuare un numero sufficiente di interventi virtuali prima di accedere in sala e operare sul paziente, una volta raggiunto un elevato livello di competenza.

Dopo alcuni lavori di riqualificazione dei locali, sarà possibile sviluppare ulteriormente l’attività didattica, formativa e di addestramento vero e proprio anche in alcuni settori delle chirurgie specialistiche.

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