Udine, venduto per 350 mila euro l’immobile di piazza Rizzi ma non l’ha comprato il Comune

Si chiude così una storia iniziata nel giugno 2023: il proprietario dell’immobile, che, dopo aver chiesto una cifra di cinquecentomila euro per cederlo, lo ha venduto a un’impresa di ristrutturazioni udinese

Chiara Dalmasso

L’immobile di piazza Rizzi è stato venduto, e l’acquirente non è il Comune di Udine. Si chiude così una storia iniziata nel giugno 2023 e che ha visto intervenire diversi attori: gli abitanti del quartiere, rappresentati dal Comitato per Rizzi, che sollecitavano l’acquisto del complesso immobiliare da parte del Comune; il proprietario dell’immobile, che, dopo aver chiesto al Comune una cifra di cinquecentomila euro per cederlo, lo ha venduto a 350 mila a un’impresa di ristrutturazioni udinese; il Comune stesso, che ha spiegato le ragioni per cui non ha intrapreso quel tipo di investimento.

I motivi della scelta

«Quando il Consiglio comunale procede a un’acquisizione immobiliare – precisa Gea Arcella, assessore al Patrimonio – lo fa dopo aver individuato un’esigenza pubblica. Nella zona dei Rizzi, l’unica eventuale esigenza poteva essere quella di dedicare un edificio alla scuola dell’infanzia, scelta che avrebbe comportato un investimento complessivo di diversi milioni di euro».

Una certa cautela, dunque, orienta gli acquisti: «Rispetto alla cifra proposta, definita peraltro “prezzo di favore” dai proponenti, il Comune ha fatto le sue valutazioni, sia su base documentale sia rivolgendosi all’agenzia del territorio, e da tali valutazioni sono emersi alcuni vincoli di conservazione sul fabbricato» prosegue Arcella. Cioè: la struttura è una costruzione rurale risalente ai primi del Novecento, che non può essere stravolta. «Tutti questi elementi ci hanno portato a ritenere che 500 mila euro fossero un prezzo sproporzionato, non in linea con le nostre stime».

Le proteste del comitato

Fin dall’inizio, il Comitato per Rizzi (sostenuto dall’opposizione) ha insistito perché il Comune acquistasse l’immobile, lo riqualificasse e realizzasse spazi a servizio della comunità. Tra 2023 e 2024 la questione è stata sollevata più volte, pure con un’interrogazione del consigliere di centrodestra Pietro Fontanini, del 16 gennaio 2024, in cui si chiedeva una risposta in merito all’acquisto.

Con una lettera del 26 settembre 2024, inviata dal sindaco al coordinatore del Comitato, Mauro Tonino, si ribadiva che nessuna offerta economica fosse mai stata fatta dal Comune e che, «sulla base delle valutazioni compiute dagli uffici tecnici», non sarebbe stata presa in considerazione nessuna richiesta superiore al valore stimato. Le proteste, però, non si sono placate, culminando, così, in una petizione sottoscritta da oltre 400 persone; in un ordine del giorno per impegnare la giunta all’acquisto, presentato dai consiglieri di minoranza Loris Michelini e Michele Zanolla il 19 dicembre scorso; in un’ulteriore lettera del Comitato, pubblicata su questo giornale, con la risposta del Comune. Tutto ciò, dopo che il proprietario dell’immobile e l’impresa che l’ha acquistato avevano già concluso l’accordo preliminare, datato 18 novembre 2024.

L’impegno futuro

Se dal punto di vista della compravendita il discorso può ritenersi chiuso, il Comune si dice aperto al dialogo con il Comitato e con gli abitanti del quartiere per progettualità future: «Una delle esigenze del quartiere potrebbe essere un’area verde più grande – spiega ancora Arcella – e visto che dall’altra parte della strada rispetto all’immobile possediamo un terreno di oltre mille metri quadri che potrebbe essere reso meglio fruibile dalla comunità, si possono ipotizzare ulteriori interventi per renderlo tale. Nel colloquio con l'azienda, considerato che oltre all'edificio a destinazione residenziale, c'è un’area scoperta di oltre seimila metri quadri con destinazione verde dei borghi, si possono immaginare ulteriori utilizzi per la comunità nel confronto con l’imprenditore acquirente».

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