Udine, vigile urbano a giudizio per truffa al Comune
UDINE. Rinviato a giudizio il vigile urbano che, usufruendo di un permesso giornaliero per assistere la madre, è andato in Emilia Romagna per partecipare a una gara di nuoto riservata alle polizie municipali e locali d’Italia.
È approdato ieri dinanzi al giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, il procedimento a carico di Alessio Tassotto, 30 anni, residente a Pagnacco e dipendente del Comune di Udine, rappresentato dall’avocato Giangiacomo Martinuzzi in quanto costituitosi parte civile.
Il vigile urbano, assistito dal suo avvocato di fiducia Fabio Russiani, dovrà presentarsi davanti al giudice monocratico Angelica Di Silvestre nell’udienza del 17 ottobre per difendersi dell’accusa di truffa. Nei suoi confronti pesa anche l’accusa di falso ideologico per aver attestato al Comune di Udine che il 14 aprile 2012 avrebbe dovuto accudire la madre ammalata. In base a questa attestazione, rivelatasi non veritiera, il Comune di Udine aveva emesso un’autorizzazione che lo autorizzava ad assentarsi dal servizio per la giornata richiesta.
Tutto è nato da una foto che ritraeva l’agente Tassotto, raggiante dopo una gara a Reggio Emilia, dove fu premiato per la sua ottima prestazione in vasca il 14 aprile dello scorso anno. Un’immagine che sarebbe apparsa sul giornale dell’associazione che aveva organizzato il campionato di nuoto qualche mese dopo la gara. La notizia però è arrivata fino a palazzo D’Aronco. A parte il legittimo orgoglio per l’ottimo piazzamento raggiunto dal dipendente comunale, si è venuta a creare una situazione incresciosa visto che per il Comune di Udine l’agente Tassotto proprio in quel giorno doveva trovarsi da tutt’altra parte, almeno stando alle sue dichiarazioni. È così che è partita la segnalazione alla Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo a suo carico.
«Sulla base delle indicazioni ricevute dagli organi interni e dall’avvocatura, l’ente deve segnalare il fatto alla Procura» aveva infatti spiegato il sindaco Furio Honsell commentando la segnalazione. «In questi casi non c’è discrezionalità, sono procedimenti d’ufficio» aveva aggiunto nel commentare i fatti giorni fa e auspicando nel contempo che il dipendente comunale chiarisse al più presto la sua posizione.
Tassotto aveva infatti richiesto un permesso per assistere la madre malata, ricoverata dal 13 al 20 aprile all’ospedale di Udine. Ma quella giornata lui l’ha trascorsa in piscina, con altri vigili urbani. Anzichè chiedere un giorno di congedo ordinario come previsto dalla legge 104 del 1992, al pari di altri colleghi, per partecipare al campionato di nuoto organizzato dal 13 al 15 aprile fuori regione dall’associazione che unisce i gruppi delle polizie municipali, utilizzava un permesso che gli garantiva la retribuzione intera e la conservazione di un giorno supplementare di congedo ordinario assicurandosi un ingiusto profitto.
Accuse che il suo avvocato di fiducia Fabio Russiani ieri ha respinto dinanzi al giudice Venditti il quale, però, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio della pubblica accusa rappresentata dal sostituto procuratore Andrea Gondolo.
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