Udinese trova la bici rubata sul sito ucraino

Prima ti rubano le bici e poi le mettono in vendita a metà prezzo su un sito ucraino. È un film già visto. Lo sanno bene i negozianti, quasi tutti presi di mira più volte da queste bande, e anche gli amanti delle due ruote. Nessuno può sentirsi al sicuro. Non c’è cantina o garage che tenga, telecamere e allarmi servono a poco, come lucchetti e catene. Lo stesso vale per i controlli delle forze dell’ordine che pure tentano di fare il possibile per arginare il fenomeno che ormai ha raggiunto dimensioni incredibili: si stima infatti che soltanto lo scorso anno siano state rubate in Italia più di 100 mila biciclette per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro. Nel mirino di queste bande finiscono infatti solo biciclette di valore. Come quelle rubate lo scorso 28 giugno ad Andrea Ceschia, vice presidente del team Granzoni: una mountain bike di marca Scott Scale e una Specialized S-Works da strada in carbonio che nei giorni scorsi è puntualmente comparsa nell’elenco delle offerte sul sito ucraino proday2kolesa.com. «Nessun dubbio sul fatto che la bici sia la mia - sottolinea Andrea - visto che ci sono ancora gli adesivi con i quali l’avevo personalizzata. La vendono a 3.200 dollari, un vero affare visto che la bici vale 6 mila euro. Farò un’integrazione della denuncia che avevo già presentato, ma non mi illudo. Nell’ambiente tutti sanno come vanno le cose e lo sanno anche le forze dell’ordine, ma a quanto pare nessuno riesce a fare nulla e questi crimini restano impuniti». Oltre al danno insomma, anche la beffa di vedersi rivendere “sotto il naso” la propria bici senza riuscire a fare nulla. E nella conta dei danni, oltre alle bici rubate, vanno aggiunti i gli scassinamenti. «Nel mio caso - si sfoga Andrea - ci abbiamo rimesso due bici da 9 mila euro che abbiamo acquistato con grandi sacrifici e poi circa 500 euro per il garage danneggiato. Sono entrati di notte e sono andati a colpo sicuro, il che mi fa ancora più paura perché significa che ci avevano seguiti. La settimana prima del furto eravamo andati a fare una gara e poi la domenica mattina ci siamo svegliati con questa sorpresa. Non ci siamo accorti di nulla e, nel male, è andata bene così, la paura più grande infatti è quella che i figli, rientrando a casa, se li trovassero di fronte». Qualche settimana dopo sempre a Paderno è stato messo a segno un altro furto in una villetta dove sono sparite tre biciclette. «Va avanti così da tempo - prosegue Andrea Ceschia -: da Granzon in viale Palmanova hanno colpito quattro volte nonostante un sistema di sicurezza all’avanguardia facendo un danno di 130 mila euro e anche quella volta le bici erano comparse poco dopo sullo stesso sito». Ma anche in quel caso i colpevoli sono rimasti impuniti.
L’ultima operazione della polizia risale al maggio scorso quando al confine con la Slovenia su un furgone sono state scovate 17 bici tutte rubate in Toscana per un valore di circa 40 mila euro. Una goccia nel mare del traffico di bici rubate che spesso è legato a quello dei furgoni abusivi che trasportano pacchi senza alcuna autorizzazione.
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