Ufficio carburanti, sbloccata la sede dopo i mesi d’attesa per un certificato

Si è conclusa positivamente l’odissea burocratica che, per la mancanza di un certificato, teneva di fatto in ostaggio due palazzi, il Mantica e il Poletti, nel cuore di Pordenone, nella parte retrostante della Camera di commercio, quella per capirci che si affaccia verso piazza della Motta. Ora la struttura è divenuta la sede dell’ufficio carburanti a prezzo ridotto.
L’ambito era stato al centro di lavori iniziati nel marzo 2018, con fine prevista, documenti alla mano un mese dopo. Dopo sedici mesi, però, lo scorso ottobre, i locali erano ancora chiusi. Perché? Cos’era successo? Era stato trovato un tubo di eternit e il via libera alla rimozione, da parte dell’Azienda sanitaria, non era più arrivato Così erano passati invano i giorni, le settimane, il primo anno e oltre.
Un piccolo deserto a due passi dal municipio. Palazzo Mantica Poletti, come aveva ben raccontato il giornalista e scrittore Fulvio Comin in “La Città dipinta” (Edizioni Biblioteca dell’Immagine) era costituito in origine da due palazzi attigui, uniti tra loro da una parte centrale retrostante, un vicolo usato come passaggio pubblico. Entrambi risalgono al XIV secolo, proprietà della ricchissima famiglia Mantica. I Poletti, presenti in città dalla metà del ’400, acquisirono un banco di cambio alla fine del ’700, che ne fece le fortune e la rovina. Acquistarono dai Mantica il palazzo, con annesso cortile, e dai Galvani, la proprietà dello stabile situato nell’attuale parco San Valentino. Giovanni Battista Poletti sposò Maria Candiani, figlia di Valentino, primo sindaco di Pordenone dopo il 1866. Amava collezionare beni, Giovanni Battista, anche lapidi, fino a quando fu travolto dal crac del Banco Ellero. Per rifarsi, scrive Comin, giocò in Borsa e la sera del 6 dicembre del 1926, mentre cenava nella villa di via San Valentino con la moglie, il suo segretario chiese di parlargli all’orecchio. Si avvicinò e gli sussurrò: «Abbiamo perso tutto». Il Poletti si alzò con calma, chiese alla moglie «Permetti, vero, cara?», si recò nel suo studio e si sparò. Così tutte le proprietà furono comperate dai Marchi fino al momento in cui Palazzo Poletti divenne patrimonio della Camera di commercio.
L’ente lo ha ristrutturato e utilizzato fino al giugno 2018, quando un semplice tubo di eternit aveva fermato il corso della storia. Poi ripartita con nuovo carburante, è il caso di dire, vista la collocazione dell’ufficio benzina agevolata. —
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