Ultimatum alle famiglie: vaccinate i bambini per la scuola. Poi scatteranno le multe

Le Aziende sanitarie stanno inviando le convocazioni a chi non è in regola. Bimbi fino ai cinque anni esclusi dagli asili; sanzioni ai genitori dei ragazzi

UDINE. «Gentili genitori di Alberto, in seguito al vostro mancato riscontro al precedente invito da parte di questa Azienda sanitaria ad adempiere all’obbligo vaccinale (...) vi convochiamo insieme a vostro figlio il giorno x, alle ore y, presso l’ambulatorio vaccinale di... per la somministrazione dei vaccini obbligatori, previo colloquio informativo».

Convocazione. Questo il tenore della lettera di sollecito, l’ultima, ad avviare e completare il ciclo vaccinale dei propri figli, da parte delle Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia, che fissa anche un appuntamento al quale presentarsi per procedere alla vaccinazione.

Nel caso in cui la famiglia si rifiutasse di far vaccinare i propri figli, scatteranno le sanzioni. Solo economiche per le famiglie che hanno ragazzi in età scolare (scuola dell’obbligo), perché non è possibile vietare la frequenza scolastica ai ragazzi non vaccinati. Cosa diversa per i bimbi che non hanno ancora compiuto i sei anni, e quindi possono frequentare solo i servizi per l’infanzia, asilo nido o scuola materna, che non sono obbligatori, non ammessi se non vaccinati.

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Ottomila ragazzi. Insieme alla prima campanella d’inizio anno scolastico arriva dunque l’ultima opportunità per mettersi in regola con le vaccinazioni. Opportunità che interessa 8 mila minori, dai 2 ai 16 anni, in Friuli Venezia Giulia che risultano non in regola con il calendario vaccinale. Di questi, 5 mila frequentano la scuola dell’obbligo, e quindi hanno un’età compresa tra i 6 e i 16 anni, mentre 3 mila hanno un’età compresa tra zero e 6 anni.

A tutte le famiglie, dunque, è stato inviato l’ultimo richiamo, che ha un tono più ultimativo rispetto alla prima lettera nella quale si ricorda come le vaccinazioni proposte dalla sanità pubblica italiana coincidono con quelle raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la disponibilità di pediatra e medico di famiglia a fornire informazioni e chiarimenti, i siti internet (da vaccinarsi.org, curato dalla Società italiana di Igiene e dalla Federazione Italiana Medici Pediatri, a epicentro.it, curato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, fino alla pagina dedicata del sito della regionefvg.it e delle Aziende sanitarie) ai quali attingere ulteriori informazioni, e si invita le famiglie a presentarsi all’ambulatorio vaccinale.

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Le sanzioni. Se nemmeno questo ulteriore sollecito sortirà effetti, alle famiglie con figli in età scolare non vaccinati arriveranno le sanzioni. La normativa nazionale ha definito un range che va da 100 a 500 euro l’importo da pagare; la Regione Fvg ha fissato la “multa” in 167 euro. Allo stato non è possibile sapere quanti di questi 8 mila ragazzi siano figli di genitori convintamente contrari alle vaccinazioni, quanti non possano vaccinarsi per motivi di salute, né quanti aderiranno all’invito.

Casi di morbillo. Forse vale la pena richiamare i dati più recenti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie che pongono l’Italia, insieme alla Francia, in vetta alla classifica dei Paesi in cui è stato segnalato il maggior numero di casi di morbillo in Europa negli ultimi 12 mesi, registrando anche 3 decessi. Il bollettino dell’Iss, Istituto superiore di sanità, riporta che dal 1 gennaio al 30 giugno 2019 sono stati segnalati in Italia 1.334 casi di morbillo, di cui 214 nel mese di giugno.



Tutte le Regioni, ad eccezione della Basilicata, hanno segnalato casi di morbillo nel periodo considerato: in Fvg il numero di casi si è fermato a 4. L’incidenza nazionale è stata 44,1 casi per milione di abitanti e l’età mediana delle persone colpite è 30 anni.

Sono stati segnalati 142 casi in bambini sotto i 5 anni di età, di cui 51 avevano meno di 1 anno. L’87% dei casi era non vaccinato al momento del contagio; il 31% dei casi ha sviluppato almeno una complicanza. Infine sono stati segnalati 80 casi tra operatori sanitari e 36 tra operatori scolastici.

 

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