Ultimo mese di lavoro per il Gambrinus La ristorazione perde un pezzo di storia
locali storici
LAURA VENERUS
Un’istituzione per la città – e non soltanto – con i caratteristici saliscendi che lo rendono un locale unico, irripetibile e immutato da oltre mezzo secolo. Si tratta della pizzeria Gambrinus, dal 1982 diretta da Gianni Zecchinel, per tutti Gegè. E dopo 38 anni di gestione (a cui si aggiungono altri 15 di lavoro da Gildo a Porcia) si prende «un attimo di pausa». Sono queste le parole che usa per annunciare la chiusura della pizzeria entro fine anno. È questo il momento anche per fare un bilancio della propria vita, che è stata caratterizzata soprattutto dal lavoro. A locale chiuso si accomoda su uno dei tavoli al “primo piano” e apre il taccuino della sua memoria e dei suoi sentimenti, rivolgendo un ringraziamento alla città e a tutti i clienti che ha avuto negli anni.
Nato a Torre di Mosto, trasferitosi a La Salute di Livenza, ha cominciato a lavorare stagionalmente da quando aveva 14 anni: a Jesolo, poi a Bibione e a Caorle l’estate la trascorreva ad apprendere il mestiere di cameriere. Quel mestiere che ha svolto per 15 anni da Gildo a Porcia. «Prima di prendere la patente partivo da casa e raggiungevo Porcia con il motorino – ricorda –. Arrivavo con le mani congelate».
Nel frattempo, non si sopiva il suo desiderio di “mettersi in proprio”, un sogno che coltivava fin da bambino quando a casa apparecchiava il tavolo, il divertimento del pomeriggio.
L’occasione è giunta nel 1982, quando a marzo ha preso in mano le redini del Gambrinus. Il locale è stato aperto nel 1965 e tenuto in gestione fino al 1980 e, dopo un anno di un’altra gestione, è subentrato Gegè: all’interno già lavoravano le sue sorelle Diana e Delfina.
«Quando ho preso la gestione non ho cambiato nulla di quello che ho trovato – ha raccontato – ed è così da sempre. In tutti questi anni ho sempre cercato di mettere a proprio agio il cliente, cercando di essere disponibile nei suoi confronti. E i clienti hanno riconosciuto questo atteggiamento. Ho sempre cercato di proporre pizze innovative, utilizzando ingredienti di qualità».
La decisione di chiudere entro l’anno l’ha maturata nel tempo, ma solo ultimamente ha preso la decisione definitiva. «Dopo 38 anni qui e 15 da Gildo – ha commentato – è arrivato il momento di dedicare il tempo alla famiglia, a mia moglie Lorenza che collabora con me».
Le soddisfazioni, in questi anni, sono state tante. «Quando si organizzavano i concerti al parco Galvani, al termine delle esibizioni gli artisti venivano da me – ha ricordato –. Sono stati al Gambrinus, tra gli altri, Antonello Venditti, i Ricchi e poveri, Ron. E poi posso dire che la moda della pizza con la rucola è merito anche mio».
La testimonianza è ancora appesa vicino alla cassa: sono ritagli di giornale che rievocano quel momento di 32 anni fa. Era il 1987 quando Gegè vinse il primo premio al concorso indetto dalla fiera di Pordenone. «Avevano partecipato 37 pizzaioli – ha spiegato – per la gara della pizza più buona. Io avevo portato la pizza con rucola, crescione, una nevicata di parmigiano e un pomodoro a forma di cuore: rappresentava l’Italia, con il tricolore bianco, rosso e verde. Primo premio. La soddisfazione è stata doppia perché in quell’edizione quarto si è classificato l’allora pizzaiolo del Gambrinus Eugenio Perin».
Da quel momento, la rucola ha fatto il boom in pizzeria.
Ora per Gegè è arrivato il momento di riposare, ma non prima di rivolgere un enorme grazie a Pordenone e un ideale abbraccio ai clienti. —
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