Un aeroporto diffuso per i voli del Nordest
VENEZIA. Un grande aeroporto diffuso, un hub del Nordest che spazi da Venezia a Trieste, da Treviso a Verona a Brescia. Il risiko degli aeroporti veneti è ufficialmente partito. Save ha mosso su Catullo, lo scacchiere è in movimento.
Intanto a Verona la parola passa, per quello che sembra un passaggio formale, all’assemblea dei soci convocata per il prossimo 27 agosto. Il consiglio di amministrazione della Catullo Spa, concessionaria degli aeroporti di Verona e Montichiari, si è espresso infatti favorevolmente sulla proposta non vincolante di alleanza presentata da Save mettendo la stessa all’ordine del giorno di un’assemblea che, martedì prossimo, sarà chiamata «a valutare l’acquisto di una quota di minoranza della società e le eventuali tappe successive da implementare per gli approfondimenti di natura tecnico-giuridica ed economica».
La cautela è d’obbligo: il carattere non vincolante dell’offerta lascia, infatti, ancora aperto il ventaglio delle scelte possibili da parte di Verona ma anche di Save. Resta il fatto che l’espressione del Cda del Catullo sull’alleanza con Save è, per la prima volta, molto chiara.
«Il Cda, che era stato informato della comunicazione formale dell’interesse da parte di Save il 5 agosto scorso» si legge in una nota della società scaligera presieduta da Paolo Arena «ha valutato l’importante valore strategico della proposta, idonea alla realizzazione del piano industriale, approvato dai soci nell’assemblea di luglio. Il Cda ha inoltre analizzato il significativo miglioramento dell’efficienza del servizio pubblico che gli scali sarebbero in grado di offrire».
Dal punto di vista dell’opportunità industriale dell’operazione, non paiono, quindi, esserci più dubbi. Restano, però, da definire gli aspetti economici e tecnico-giuridici. La proposta avanzata da Enrico Marchi si basa su un’idea di concambio di uno a nove e tiene conto di una valutazione complessiva della società veronese tra 70 e 80 milioni: Save ha messo sul piatto 25 milioni per arrivare fino al 35% della Catullo.
Si parla di un’offerta mista: parte in contanti e parte in azioni Save. Una valutazione puntuale, da parte della società veneziana, interverrà solo a seguito di una due diligence sui conti.
Rimane aperto nel risiko degli aeroporti nordestini la questione Ronchi dei Legionari, cioè lo scalo triestino. La Regione Friuli Venezia Giulia che è l’unico socio, con la precedente giunta Tondo, aveva dato il “la” al percorso di privatizzazioni. Percorso messo in stand by prima delle elezioni. Con l’arrivo del nuovo presidente Debora Serracchiani la ripresa dei colloqui non è ancora iniziata.
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