Un campeggio racconta la storia di Lignano

Sabbiadoro compie sessant’anni: da Mario e Pia Andretta alla terza generazione con lo stesso entusiasmo. Storia e presente si incontrano: oggi la festa con tutti gli ospiti

LIGNANO. A mezzogiorno il profumo degli spaghetti al pomodoro si spandeva nell’aria. Avvolgeva le stradine immerse nel verde e invitava i turisti a uscire dalle loro tende. Era il 1953. E il Camping Sabbiadoro era appena stato fondato. La guerra era finita da poco, un ricordo ancora vivo, ma che ormai apparteneva al passato.

A Lignano c’era l’entusiasmo di una generazione che guardava con fiducia al futuro. Quell’entusiasmo portò il dottor Mario Andretta e la moglie Pia a decidere di aprire il campeggio. «Fummo quasi costretti» ricorda sorridendo la signora. Sì, perché a quel tempo «molti vacanzieri si sistemavano con le loro tende accanto alla nostra casa, bussavano alla porta chiedendoci un po’ d’acqua. Ben presto ne arrivarono a decine e la situazione divenne insostenibile». Fu l’Azienda di Soggiorno di allora a proporre l’idea di aprire una struttura attrezzata in un terreno di proprietà della famiglia.

Era chiamato «Abissinia» per la presenza di rovi e vipere. Ma non bastò questo a fermarli. «L’azienda ci anticipò 150 mila lire per portare l’acqua dal lungomare al terreno - ricorda oggi Pia -. Lo sistemammo, prendemmo 4 gabinetti prefabbricati, due per la doccia e si costruì una baracca con una stanza per il custode, un ufficio e un chiosco». E così si partì. Da allora, sessant’anni di vacanze vissute all’aria aperta, fra i viali alberati. Sessant’anni di storia, di serate trascorse in compagnia, di divertimento. Sessant’anni che oggi saranno festeggiati al Camping, alle 11, con tutti gli ospiti.

L’entusiasmo che spinse allora Mario e Pia lo ritrovi oggi nel figlio Mario, che, insieme con la moglie Anna e i figli Marco, Michela, Matteo e Massimiliano, continua la gestione familiare. Lo ritrovi nei servizi di alta qualità offerti al cliente, nell’attenzione alle esigenze degli ospiti. Percorri queste stradine e ti ritrovi immerso nella natura. C’è chi si riposa sull’amaca, chi si dedica alla lettura, chi pranza all’ombra degli alberi. Si respirano tranquillità e serenità. Le foto in bianco e nero ne raccontano la storia.

Di quando l’ingresso si trovava allora all’altezza dell’attuale rotonda di via Sabbiadoro, della costruzione, nel 1963, del viale Centrale che divise il campeggio in due parti, una a sud tutta a pineta e una a nord con i pioppeti, dell’arrivo delle roulotte e poi dei camper. Verso la metà degli anni ’60 il pioppeto venne espiantato perché le alberature così fragili costituivano un pericolo per i turisti durante i temporali e fu sostituito da essenze arboree autoctone che oggi lo rendono un parco rigoglioso. Sorride la signora Pia a ripensare a quanti momenti indimenticabili sono stati vissuti nel campeggio.

Fin dai primi anni, quando, pur di trascorrere le vacanze a Lignano, una famiglia arrivava da Vienna in biciletta, quando era lei a preparare gli spaghetti per tutti e con il marito Mario a provvedere che tutto andasse bene. Gli occhi le si illuminano ripensando al Ferragosto, quando «la quinta strada veniva chiusa e ognuno dei villeggianti cucinava le specialità della sua nazione mentre io la addobbavo di fiori». Si pranzava insieme, si trascorrevano delle giornate uniche. «La cosa che ora mi rende più felice è che ritrovo la nostra passione nei miei nipoti» aggiunge Pia. La terza generazione, dunque. Ma a mezzogiorno senti ancora il profumo delle pietanze appena cucinate. E oggi come allora ti senti a casa.

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