Un contatore digitale per evitare altri guasti al campo nomadi
Ieri l’intervento dei tecnici del Cafc in via Monte Sei Busi. Ciani: ci hanno promesso che pagheranno l’acqua
UDINE. Il primo riduttore era durato soltanto pochi giorni: installato lunedì 30 maggio era stato rotto giovedì insieme alla telecamera che monitorava il pozzetto e quando gli agenti della polizia locale e i tecnici del Cafc erano andati sul posto per capire cosa fosse successo erano stati aggrediti da alcuni rom. Ma il Comune non si è arreso e, dopo aver posizionato un nuovo riduttore, ieri i tecnici del Cafc hanno installato «un contatore digitale che assicura una lettura corretta dell’acqua e, contestualmente, esorcizza il rischio di manomissioni».
Dopo aver pagato una bolletta da 26 mila euro, il Comune ha avviato deciso di razionare l’acqua al campo nomadi di via Monte Sei Busi dove venivano erogati circa 100 mila litri d’acqua al giorno. «Andiamo avanti con fermezza e trasparenza per ripristinare una situazione di ordinarietà rispetto all’utilizzo dell’acqua del campo nomadi di via Monte Sei Busi – assicura l’assessore alla Sicurezza Alessandro Ciani –. Nelle scorse settimane abbiamo applicato un riduttore all’impianto per dimezzare i consumi dell’acqua. Ricordo che, per diversi motivi, negli scorsi anni il campo nomadi ha fatto registrare consumi anomali e spropositati, come quello necessario a tenere in funzione una piscina olimpionica. Anche alla luce dell’emergenza causata dal caldo anomalo, insistiamo nel dire che questi numeri non sono tollerabili».
E ancora: «Stiamo procedendo con grande senso di responsabilità per mettere i nomadi nelle condizioni di usufruire di un servizio corretto pagando, come tutti i cittadini, un prezzo equo e ragionevole. Oggi gli abitanti del campo hanno affermato di essersi finalmente decisi ad installare dei contatori singoli ed a pagamento. Speriamo che mantengano questo impegno. Noi abbiamo fatto tutto ciò che, stante le normative di settore, ci era concesso per limitare una situazione paradossale».
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