Un cuore sul monte di Ragogna, ma non è il messaggio di un innamorato

L’iniziativa di un cuoco in pensione e tanti volontari. Renato De Biasio: è un invito alla pace e a fare tutto con amore
Udine 29 luglio 2016 Il cuore del monte do Ragogna visibile da San Daniele. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine 29 luglio 2016 Il cuore del monte do Ragogna visibile da San Daniele. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

RAGOGNA. Non ha finalità promozionali. E non è nemmeno una dichiarazione d’amore come in molti hanno ipotizzato. Ma è stato realizzato per far riflettere chi lo vede a mettere il cuore in tutto quello che fa. Un messaggio d’amore inviato grazie a un cuore realizzato su un prato del versante del Monte di Muris rivolto verso San Daniele.

Il cuore bianco lo si vede distintamente da San Daniele ma anche da Fagagna, Majano e, in generale, nelle giornate più limpide, da diversi paesi del Friuli collinare. Niente a che vedere dunque con il pesce rosso appeso alla rupe di Somplago, il cuore di Muris è fatto dalla gente per la gente.

A spiegare l’iniziativa il suo ideatore Renato De Biasio. Classe 1953, cuoco in pensione dall’anno scorso, De Biasio un paio di anni fa ha deciso che voleva lanciare un messaggio di pace e amore a tante persone, ma soprattutto ai giovani. «Il mondo nel quale viviamo oggi – spiega – ha bisogno di messaggi di pace. Da qui l’idea di fare qualcosa che potesse servire a far riflettere le persone, a far capire loro che nel lavoro, nei rapporti personali, in tutto quello che si fa bisogna metterci il cuore. Allora ho deciso di fare qualcosa».

Lanciata l’idea, tante persone, parenti e amici di Muris hanno lavorato assieme a Renato per realizzare l’opera. Per raggiungere il prato, bisogna arrivare fin quasi alla Baita degli alpini di Muris, prendere la stradina forestale poco prima della costruzione e camminare per circa 15 minuti.

Dopodiché si raggiunge un sentiero dal quale si accede al prato. «Il prato dove si trova il cuore è quello di mia suocera – spiega De Biasio – ma il posto dove l’abbiamo realizzato non è stato deciso subito. Un primo tentativo lo abbiamo fatto sempre a Muris ma nella parte che volge a Cimano: oltre al cuore avevamo anche scritto “Mandi” per poter dare un saluto, quando passava il Giro d’Italia, ai friulani all’estero.

Poi abbiamo deciso di farlo in questo punto: abbiamo pulito e falciato l’area così come facevano i nostri nonni: con passione, dedizione e sacrificio e abbiamo fatto un primo cuore più piccolo rispetto a quello attuale». Il secondo e definitivo cuore è stato realizzato circa un paio di anni fa utilizzando i teloni di scarto che vengono utilizzati in agricoltura: 180 i metri complessivi di telo utilizzati.

«Il lavoro per mantenere il cuore visibile è costante – spiega De Biasio -: l’area è sfalciata regolarmente affinché il cuore e il messaggio che porta con sé possa essere sempre visibile».

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